Sempre più prove suggeriscono che le verdure crucifere potrebbero essere in grado di rallentare la crescita cellulare di uno dei tumori più prolifici: il cancro al seno.
È la seconda causa di morte per cancro nelle donne.
Un nuovo studio, pubblicato su Cancer Prevention Research (1), delinea i possibili benefici del sulforafano, molecola presente nelle crucifere, nel rallentare la crescita del cancro insieme ad altri approcci consolidati tra cui le radiazioni, la chirurgia, e la chemioterapia.
La professoressa Emily Ho, coautrice dello studio, ha spiegato che il loro obiettivo originale era determinare se gli integratori di sulforafano sarebbero stati ben tollerati e in grado di alterare alcuni dei meccanismi epigenetici coinvolti nel cancro.
La ricerca è stata condotta con 54 donne con mammografie anomale che erano programmate per una biopsia mammaria e sono state analizzate in uno studio in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo.
Hanno ricevuto un placebo oppure integratori che hanno fornito una quantità di sulforafano pari a circa una tazza di germogli di broccoli al giorno, se fossero stati assunti come cibo.
Diversi studi in passato hanno scoperto che le donne con un alto apporto di verdure crucifere, come broccoli, cavolfiore, cavolini di Bruxelles o cavolo, hanno un rischio ridotto di cancro al seno.
La ricerca ha anche dimostrato che il sulforafano, che si trova ai massimi livelli in tali alimenti, può modulare il rischio di cancro al seno in diverse fasi della cancerogenesi e attraverso diversi meccanismi.
In particolare, il sulforafano sembra inibire gli enzimi deacetilasi istoniche, o HDAC, che a loro volta migliorano l’espressione dei geni soppressori del tumore che sono spesso silenziati nelle cellule tumorali.
L’assunzione di sulforafano in questo studio ha, infatti, ridotto l’attività dell’HDAC, così come la crescita delle cellule tumorali. Sapendo però che anche l’ipertrofia prostatica e il cancro alla prostata sono in parte estrogeno dipendenti, in quanto gli estrogeni esercitano un effetto stimolante diretto e indiretto sulla prostata tramite l’idrossilazione che aumenta la produzione di diidrotestosterone, è presumibile che possa avere un effetto protettivo anche sulla prostata
Sono ora necessari ulteriori studi per valutare le risposte alle dosi, lavorare con popolazioni più grandi ed esaminare le risposte di altri obiettivi molecolari pertinenti agli alimenti o agli integratori contenenti sulforafano ed alla loro biodisponibilità che può essere potenziata da l’inserimento di altri composti come quelli della metodologia Medis che contiene magnesio, vitamina C e complesso B più aminoacidi essenziali e prebiotici con probiotici.