Scienziati usano la stimolazione magnetica per comprendere l’origine della manifestazione del desiderio per il cibo spazzatura. Lo studio che mostra come e perché, alla fine, ci piace mangiare così.
Vogliamo mantenerci in forma ed essere esteticamente piacevoli. Tutti, nessuno escluso.
Eppure, chissà perché, la maggior parte di noi difficilmente resiste alla tentazione di cibo poco sano. Cibo che, si sa, a lungo andare ci rendere altro che belli e in forma – per non parlare della salute. La verità è che i cosiddetti cibi spazzatura ci attraggono a causa del loro aspetto e sapore. Indubbiamente poco naturale, ma buono. E spesso non riusciamo proprio a farne a meno, checché se ne dica.
La domanda che probabilmente si sono posti alcuni scienziati canadesi è: perché mai adoriamo tanto questi cibi nonostante sappiamo che a lungo andare sono nocivi?
Per rispondere a tale domanda hanno utilizzato una stimolazione magnetica in alcune zone del cervello coinvolte in ciò che viene definita “funzione esecutiva”. È questa che interessa la nostra percezione dell’appetito e del consumo di calorie.
La ricerca, condotta dai ricercatori dell’Università di Waterloo, indica che in seguito alla stimolazione della corteccia prefrontale dorsolaterale – o DLPFC – le giovani donne partecipanti allo studio hanno aumentato notevolmente il desiderio verso il consumo di snack calorici, mangiando tali cibi ogni volta che ne avevano la possibilità.
Secondo i ricercatori, i risultati ottenuti gettano una nuova luce sul ruolo della DLPFC sul consumo di alimenti ipercalorici e la relativa relazione tra autocontrollo e consumo di cibo. Conclusioni che arrivano dopo aver esaminato 21 donne sane, selezionate a causa della loro predilezione per cibi quali, per esempio, cioccolato e patatine fritte.
Per stimolare l’appetito delle donne, sono state mostrate alcune immagini di cibi con il preciso scopo di stimolarne ancora di più la voglia. In seguito è stata applicata a ognuna di loro una stimolazione magnetica denominata theta-burst stimulation (TBS), un tipo di applicazione usata anche in caso di acufeni.
Dopo la stimolazione TBS le donne hanno riportato voglie eccessive, e quando è stato offerto loro del cibo hanno consumato grandi quantità di cioccolato al latte e patatine fritte, anziché cioccolato fondente e cracker.
Dai risultati emerge che vi è una prova diretta che la DLPFC è direttamente coinvolta nel desiderio degli alimenti. Le persone che hanno una funzione esecutiva particolarmente debole, quindi, potrebbero non possedere l’autocontrollo necessario per regolare il giusto consumo di certi cibi.
Tutto ciò rende tali soggetti particolarmente vulnerabili a sovrappeso e obesità.
Colpa del cervello dunque che, in alcuni di noi, non si comporta come dovrebbe. Ma, forse, questo accade in tutti, dato che sono davvero rare le persone che riescono a resistere, sempre e comunque, al richiamo di un po’ di gustoso cibo spazzatura.
Lo studio è stato recentemente pubblicato su: Psychosomatic Medicine, Journal of Biobehavioral Medicine, il giornale ufficiale dell’American Psychosomatic Society.