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Congresso Las Vegas – dicembre 2010

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gennaio 2011

MEDICINA ANTI-AGING E RIGENERATIVA

Ormai da molti anni mi interesso dell’ Anti-aging, lo dimostra il fatto di aver organizzato nel 2005 con L’Accademia del Fitness un convegno sul tema specifico “Fitness Anti-age”. Ritengo che questo mio interesse sia dovuto ad un percorso ed evoluzione naturale dei miei studi, della mia passione e del mio stile di vita. Fondamentalmente la Medicina Anti-aging consiste soprattutto in una medicina di tipo preventivo che parte dal benessere e non dalla malattia. I cardini su cui si fonda sono fondamentali:  la corretta alimentazione e adeguata integrazione alimentare, l’ attività fisica secondo modelli che tengono conto dell’obiettivo, del tipo di attività, delle modalità e della compliance (non tutti amano allenarsi in palestra coi pesi tipo body building, da qui il successo del kettlebell, degli allenamenti funzionali, del crossfit, ecc.),  lo stress management ovvero la gestione dello stress, fondamentale soprattutto nella nostra società di tipo occidentale molto competitiva, dove si è sempre di corsa, e ottenibile tramite tecniche quali il PNL (Programmazione Neuro-linguistica), il training autogeno, la psicoterapia, tecniche di respirazione controllata, yoga, Thai Chi, Qi Gong ecc.; per ultimo, non come importanza ma solo quando necessario,  il bilanciamento ormonale utilizzando i concetti dell’endocrinologia interventistica, con ormoni bioidentici; ovverosia non è opportuno aspettare che i deficit ormonali, quali il calo del testosterone o degli estrogeni causino delle patologie (P.es. osteoporosi, malattie cardiovascolari, depressione, disturbi sessuali …) che devono poi essere curate farmacologicamente con notevoli effetti collaterali, ma è opportuno nel momento in cui sussistono valori ematochimici e sintomi che evidenziano un deficit ormonale, ripristinare i valori “ottimali” che, si badi bene, non corrispondono  a quelli all’interno del “range” di laboratorio, bensì a quelli di un individuo intorno ai 30 anni al massimo delle sue facoltà fisiche, intellettuali e rigenerative. Un discorso della Medicina Anti-aging meriterebbe una più ampia trattazione che riserverò per un altro articolo. Per il momento vorrei fare un resoconto delle novità o conferme più interessanti emerse dal 18th Annual Worl Congress on Anti-aging Medicine and Biomedical Technologies” tenutosi a Las Vegas (8-11 dicembre 2010) al quale ho partecipato

Ovviamente darò solo delle pillole e mi riserverò di trattare successivamente alcuni argomenti in maniera più estesa.

  • Sagenta Pati (MD) ha ribadito l’importanza di superare il modello clinico della medicina corrente che è essenzialmente sintomatico (hai la pressione alta prendi  un beta- bloccante, hai il colesterolo alto prendi una statina) e avere invece un approccio globale  che metta insieme la terapia ormonale , l’alimentazione, la disintossicazione, l’attività fisica e la cura della mente aiutando i pazienti  ad uscire dalla spirale dell’uso di vari  farmaci come antidepressivi, ansiolitici, H2 inibitori, antistaminici e stamine  grazie anche all’uso dell’omeopatia, agopuntura, osteopatia, e la cura del corpo e della mente.
  • Kadhohiol Mahomud (MD FALP) ha relazionato su come minimizzare il rischio del tumore al seno usando ormoni bioidentici quali gli estrogeni e il progesterone transdermici. Sono stati presi in considerazione sempre per la donna l’uso del testosterone , DHEA, melatonina, triiodiotirosina  e HGC ritenuti salutari se usati in maniera corretta.
  • PEGGY WATSON (MD) parlando dell’attuale epidemia del tumore al seno l’ha definita di origine multifattoriale e da qui la necessità di un intervento sinergico. Il rischio del tumore al seno è attualmente di un caso su otto donne  ma esistono località geografiche dove l’incidenza è di circa un caso su due. Stili di vita negativi, ambiente tossico, cattiva alimentazione, polimorfismi genetici ed influenze epigenetiche devono essere considerate nella prevenzione del cancro al seno. Uno stile di vita sano ed un’alimentazione ricca di frutta, vegetali, bacche e verdure  apporta vitamine ed antiossidanti in grado di inattivare le sostanze chimiche carcinogene. Ci sono specifici anti ossidanti dotati di effetto antitumorale e sono : acido ellagico, carotenoidi, flavonoidi, indole 3-carbinolo,  sulforafani , acido D-glucarico ed altri. La detossificazione  del corpo riveste un ruolo importante in quanto esiste un legame tra i xeno estrogeni (plastica-pesticidi) ed il tumore al seno. Gli Omega 3 (olio di pesce) e l’Omega 9 (olio di oliva) hanno effetto protettivo. Altri nutrienti e prodotti erboristici efficaci sono: Licopene, alga Wakame, aglio, bioflavonoidi ,resveratrolo,  the verde, olio di enotera, panax ginseng, maitake, curcumina.
  • LENA DEDWARDS ( ard. FAARM) ha parlato dell’affaticamento surrenale o insufficienza surrenalica. Lo stress causa una disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni con una conseguente alterazione del  ritmo circadiano di produzione del cortisolo e questo è stato identificato come un importante cofattore di numerosi sintomi di malattie di origine psicosomatica. Di conseguenza un’appropriata diagnosi di un’alterata secrezione di cortisolo diventa fondamentale per la diagnosi e la prognosi in pazienti che presentano  condizioni quali: fatica cronica, disordini metabolici, dolori cronici e disturbi dell’umore. Negli ultimi dieci anni il test salivare del cortisolo si è dimostrato valido, conveniente e non invasivo. E’ fondamentale per i medici, al fine di  interpretare il valore del cortisolo in condizioni cliniche, conoscere le sue interrelazioni con altri ormoni e fattori esogeni. Per esempio il testosterone, pur antagonizzando l’effetto catabolico del cortisolo, ne favorisce la produzione ed è quindi indicato  in caso di insufficienza surrenalica, viceversa la melatonina ed il GH sono dei forti inibitori e non bisogna usarli in caso di affaticamento surrenalico. Anche molti farmaci agiscono sull’asse ipotalamo-ipofisi-surreni causandone la disfunzione ed una abnormale produzione di cortisolo.
  • CAMBIAMENTI DI PESO NEL PASSAGGIO ALLA MENOPAUSA E IL RUOLO DEGLI ORMONI di ALAN TERLINSKY (MD, FALP).

    Le donne sembrano particolarmente vulnerabili  (soggette) ai cambiamenti di peso nel periodo della transizione in menopausa ed il declino del livello degli estrogeni è normalmente ritenuto la causa principale. Normalmente il trattamento con estrogeni è ritenuto  essere in grado di prevenire o invertire l’aumento di peso. Esistono evidenze scientifiche che supportano queste ipotesi? Molti studi sembrano dimostrare poche o nessuna evidenza di una relazione tra la menopausa, l’uso della terapia sostitutiva ed il peso corporeo nelle donne. Altri studi hanno dimostrato una relazione tra aumento di peso, sindrome metabolica, tumore al seno e obesità e la prevenzione dell’aumento di peso con l’uso della terapia estrogenica.

    La maggior parte delle evidenze suggerisce una correlazione tra aumento di peso durante il passaggio alla menopausa e cambiamenti ormonali.  Comunque l’uso della terapia estrogenica sostitutiva può migliorare la situazione ma un approccio più completo che comprenda alimentazione corretta ed una modifica degli stili di vita  è fondamentale per raggiungere un ottimale stato di salute e composizione corporea. La terapia sostitutiva ormonale da sola non è la soluzione per il sovrappeso nella donna in menopausa ma può aiutare la prospettiva di successo per il controllo del peso.

  • DIETA CHETOGENICA NEL TRATTAMENTO DEL SOVRAPPESO, OBESITA’ E SINDROME METABOLICA di DAHA MYATT (MD)

    La dieta chetogenica , una normale condizione metabolica nell’ homo sapiens a digiuno, ha un ampio spettro di applicazioni terapeutiche che includono il trattamento del sovrappeso, dell’obesità e le condizioni metaboliche correlate. La chetosi è normalmente mal vista e non considerata come una normale condizione metabolica ben differente dalla cheto acidosi. La differenza tra chetosi e cheto acidosi diabetica è paragonabile alla differenza tra perdita di peso e cachessia. Sfortunatamente la scarsità di chiarezza circa l’utilità della dieta chetogenica e la distinzione tra chetosi e cheto acidosi ha fatto si che molti medici evitino di prescrivere diete chetogeniche a scopo terapeutico anche in situazioni dove  dovrebbe essere considerata la dieta di prima scelta. Nella cheto acidosi diabetica il severo deficit di insulina causa un repentino innalzamento dei corpi chetonici che spesso superano i 25mM nel sangue, valori che raramente si vedono in individui normali anche in stadi avanzati di digiuno. Una cheto acidosi non diabetica si può verificare anche come condizione indotta dall’alcol   o determinati farmaci, oppure durante un esagerata lattazione o estremo ipertiroidismo.  In questi casi il sistema di contro regolazione del bicarbonato può essere talmente sovraccaricato al punto che la sua capacità di tampone nel sangue può esaurirsi. La contemporanea presenza di livelli patologicamente alti di chetoni e la perdita della capacità tampone si traduce in una severa acidosi metabolica. In aggiunta la ipovolemia indotta dalla perdita di acqua tramite le vie urinarie secondaria alla iperglicemia e conseguente glicosuria diabetica , e la perdita di sodio e potassio derivanti dalla severa chetonuria, contribuiscono a creare una situazione ad alto potenziale di rischio. Tutte queste condizioni di fatto non si verificano nel corso di una dieta chetogenica monitorata sotto controllo medico.

  • SOPRAVVENUTA RESISTENZA ALLA PERDITA DI PESO di J.J. VIRGIN (PhD, CNS, CHFI)

    Oggi il settanta per cento della popolazione è sovrappeso o obesa e la maggioranza è  in procinto di rientrare nella categoria obesi. Un bambino americano su cinque è obeso.  Della popolazione  rimanente circa il cinquanta per cento è magra fuori, grassa dentro (TOFI).  Il tasso di recidività da dieta supera il 50%.  E’ ben documentato che la genetica conta dal 40 al 70% nella predisposizione di una persona all’obesità. Recenti ricerche condotte alla Stanford University hanno dimostrato che i soggetti sottoposti ad una dieta riconosciuta come appropriata al loro genotipo, perdevano  una media di oltre  2,5 volte di più rispetto agli individui che seguivano una dieta non appropriata.  Chiaramente il vecchio modello “one size fits all” per la perdita di peso basato su restrizione calorica ed esercizi aerobici non funziona e può, di fatto, aggravare ulteriormente la crisi danneggiando sia il metabolismo che la psiche.

    Il modello corrente per la perdita di peso fallisce perché non ricerca la causa del problema e presuppone che si tratti semplicemente di sovra consumo di alimenti e poco consumo di energia  senza tener conto  dei fattori genetici e ormonali che potrebbero cambiare le esigenze metaboliche e compromettere le capacità del corpo di bruciare il grasso o di aumentare la massa magra.

    Nel corso degli ultimi due decenni ho identificato 7 differenti fattori modificabili che possono rallentare o arrestare la perdita di grasso nonostante i migliori sforzi da parte del paziente di mangiare salutari pasti equilibrati ripristinando la mancanza di nutrienti fondamentali  e fare esercizi di cross training in un modo consistente .  Questi fattori includono lo stress cronico, mancanza di sonno, disturbi gastrointestinali (cattiva digestione, intolleranze alimentari  IgG ed  eccessiva crescita batterica intestinale), elevato carico tossico, squilibri degli ormoni sessuali , affaticamento tiroideo e resistenza all’insulina.  Ci sono anche fattori genetici in gioco tra cui il rischio ereditario di obesità ,l’ aumento della capacità di recuperare il peso perduto, il ridotto metabolismo, le  preferenze di gusto e tratti dei comportamenti  alimentari, in particolare legati alla fame e alla sazietà.

    Fortunatamente i geni di ciascuno  non devono necessariamente stabilirne il destino. Una volta che si sono identificate le caratteristiche genetiche,   un piano di intervento basato su una dieta idonea e sullo stile di vita, può essere messo in atto a garantire una maggior probabilità di perdita di peso e di successo nel mantenimento   dello stesso a lungo termine.

  • AL DI LA’ DEL  TESTOSTERONE – PROGESTERONE PER GLI UOMINI, IL SEGRETO MEGLIO CUSTODITO  DELLA GIOVENTU’? Mead (MD,FASCP)

    Entro il 2020, oltre il 60% della popolazione degli Stati Uniti avrà più di 60 anni e circa il 50% di questa sarà composta da uomini. Con l’aiuto di medici  all’avanguardia sempre più uomini si stanno rendendo conto dell’importante  ruolo che giocano gli ormoni nella loro salute, ma il focus principale è ancora in materia di monitoraggio e sostituzione del testosterone.

    Così come le donne hanno bisogno di adeguate quantità di testosterone, il corpo maschile necessita di progesterone. Il progesterone è imperativo per il funzionamento ottimale del sistema cardiovascolare, del sistema nervoso ed è particolarmente importante per la salute della prostata.

    I disturbi cardiaci sono una delle principali cause di morte per gli uomini di questo paese e il progesterone è dotato di  molte proprietà  cardio-protettive incluse la prevenzione delle alterazioni aterogeniche, la prevenzione della prolificazione delle cellule muscolari lisce e l’inibizione delle molecole di adesione cellulare.

    In un mondo in cui il tasso di  demenza e Alzheimer sta rapidamente crescendo, il progesterone è stato dimostrato essere neuro protettivo e neurotropico .

    Il cancro alla prostata è uno dei tumori prevalenti fra gli uomini ed è  responsabile, approssimativamente,  di trentamila decessi all’anno.

    Questa presentazione ha chiarito la complicata relazione fra cellule della prostata  e influenza ormonale confutando anche l’idea,  di lunga data,  che il  testosterone sia la causa del cancro alla prostata e ha delucidato sul ruolo protettivo del progesterone sulle cellule della prostata.

  • ESTRATTI DI PIANTE PER L’IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA di John Hall (PhD)L’iperplasia prostatica benigna, o BPH, è un ingrossamento della ghiandola prostatica che avviene negli uomini con l’avanzare dell’età.  Quando non si tratta di cancro essa non ha un impatto negativo sulla salute e sulla qualità di vita. La prostata ingrossata preme sull’uretra e sulla vescica e può causare spiacevoli sintomi come difficoltà ad urinare , stimolo improvviso o minzione frequente, flusso debole e sensazione che la vescica non sia completamente svuotata. Casi gravi di BPH possono condurre ad infezioni del rene, infezioni del tratto urinario o ritenzione urinaria cronica. Secondo il National Cancer Institute, più della metà degli uomini a sessanta anni, e ancor di più a settanta e ottanta,  avranno sintomi di BPH. Grazie alle  cure mediche all’avanguardia e alla sempre più approfondita conoscenza del corpo umano, la gente vive sempre più a lungo e  i problemi associati all’invecchiamento diventeranno preponderanti. La BPH colpisce milioni di uomini che hanno poca scelta quando si trovano a dover convivere con questo genere di sintomi. Tuttavia sono emersi promettenti dati provenienti da una recente prova clinica della Columbia University Department of Holistic Urology sviluppata dal biochimico francese Mirko Beljansky , PhD (1923-1998) che riguarda gli estratti di due piante. Mirko Beljanski ha lavorato per più di 25 anni all’Istituto Pasteur di Parigi, Francia, in laboratori privati che facevano ricerche sulla replicazione e la trascrizione del DNA e sugli effetti delle tossine ambientali sulla struttura del DNA. Nel corso delle sue ricerche Beljanski scoprì la destabilizzazione del DNA o di un ricalcolo della struttura del DNA, che può portare a malattie serie.  Beljanski cercò estratti di piante che potevano aiutare il corpo a liberarsi di cellule con il DNA destabilizzato e quindi contribuire a mantenere una salute ottimale. Ne trovò due: Pao pereira, la corteccia di un albero della foresta pluviale amazzonica e Rauwolfia vomitoria, la radice di un arbusto africano. Questi estratti catturarono l’attenzione del Dr. Aaron Katz che sta lavorando per confermare ed estendere il lavoro di Beljanski negli studi sia preclinici che clinici detenuti alla Columbia University.
  • PROVA CLINICA DEL TRATTAMENTO SUBLINGUALE HCG PER L’OBESITA’ di Eisenstein Mayer (MD) – La World Health Organization descrive l’obesità come un’epidemia. Le teorie tradizionali per la perdita di peso e gli approcci dietologici e di stile di vita sono ben lontani dall’arginare il fenomeno. E’ stato affermato che l’HCG (Human Chronic Gonadotropin) insieme al VLCD (dieta a regime calorico molto basso) in un programma di supervisione medica riduce il peso di circa 4,5/9 kg al mese e riduce la circonferenza addominale, senza sperimentare la fame. Sono stati reclutati quaranta pazienti obesi.  Nessuno di loro ha riportato sensazione di fame durante le prove della fase 1 e 2. La media di partenza BMI delle 30 pazienti donne era 36.11, dopo 30 giorni la loro media di perdita di peso era del 14.08 libre per persona, un BMI di 3.81. In media le donne hanno perso 11 cm per persona nel punto vita. La media di partenza BMI dei 10 pazienti uomini era 43.05, dopo 30 gironi la loro media di perdita di peso era 22.3 libre per persone risultanti in un BMI di 39.94. In media gli uomini hanno perso 10,5 cm pollici per persona nel punto vita. Le fasi iniziali del protocollo  HCG e  VLCD hanno dimostrato  l’effetto di una  significativa perdita di peso così come di una riduzione della circonferenza addominale.
  • INTERROMPERE  LA CONESSIONE CARDIO-DIABETICA, UN NUOVO PARADIGMA PER I MEDICI ANTI AGING di Frederic Vagnini (MD) – La nuova era della medicina anti aging è, attualmente, l’aspetto della medicina rigenerativa.  Le cellule staminali, la gestione genetica e della biologia cellulare e dei  telomeri è ormai una realtà. Come medici e scienziati anti aging non possiamo dimenticare la progressione di malattie degenerative come un importante aspetto del nostro lavoro. Dal 1970 l’incidenza dell’obesità è raddoppiata, i diabetici sono triplicati, malattie cardiache e ictus  rimangono la principale causa di morte e disabilità. La presentazione ha sottolineato un programma completo e unico sviluppato al Heart Diabetics and Weight Loss Center  di New York. Questo V-Protocollo è un approccio molteplice per:
  • diminuire  l’adiposità viscerale
  • veloce risoluzione del prediabete
  • invertire l’andamento del diabete e prevenire complicazioni con :
    1. trattamento dell’iperglicemia
    2. reversione della resistenza all’insulina
    3. salvaguardia della funzione delle cellule beta
    4. arrestare la glicazione
    5. controllo dell’ipertensione
    6. gestione specifica delle alterazioni lipidiche
  • CAMBIAMENTI DI BIOLOGIA CELLULARE DURANTE I PROCESSI PATOLOGICI COINVOLTI NELL’OBESITA’ di Chen Chen (MD)

    Il numero delle persone obese e sovrappeso si è ampliato nel corso degli ultimi decenni con un aumento di incidenza associata al crescente invecchiamento della popolazione.

    La stessa obesità è legata a molti disordini metabolici come diabete di tipo 2, scompenso cardiaco cronico e cardiomiopatia ischemica. Alcuni cambiamenti patologici nei profili neuroendocrini, in modo particolare deficit pituitario dell’ormone della crescita (GH), sono collegati all’obesità. I laboratori utilizzano approcci di biologia cellulare per studiare i meccanismi patologici alla base di queste malattie. Si è anche in procinto di valutare gli effetti degli ormoni endogeni e loro analoghi sintetici su processi di malattie correlati all’obesità, al fine di adattarli a potenziali trattamenti in futuro. E’ stato utilizzato un modello isolato di cellule insulari per studiare gli effetti degli acidi grassi liberi su insulina e glucagone. In particolare sono stati presi in esami i cambiamenti nei canali ionici della membrana, i ricettori di acidi grassi, il sistema di segnalazione intracellulare e i livelli di espressione delle principali molecole di segnalazione nelle cellule insulari. Si ipotizza che le differenze nella distribuzione dei recettori e di segnalazione tra cellule insulari possano essere responsabili per le disfunzioni insulari nel diabete che, una volta accertate, si riveleranno un potenziale obbiettivo per il trattamento.

  • CELLULE STAMINALI E FUTURO DELLA MEDICINA RIGENERATIVA di Dipnarine Maharaj (MD)

    Molta polemica che riguarda le cellule staminali embrionali ruota attorno alla domanda “cos’è la vita?” . Coloro che si schierano contro le tecnologie delle cellule staminali sono convinti che gli scienziati stiano distruggendo una vita quando le cellule staminali sono prese da un embrione di  3-4 giorni di età. Alcuni sostengono che l’atto di “prendere una vita”  al solo scopo di ricerca o di trattare pazienti affetti da malattie di tipo degenerativo sminuisce il valore della vita e quindi sorge la vecchia questione di “dove inizia la vita?”. Ricercatori, medici, pazienti e il pubblico in genere, che attivamente cercano sostegni, finanziamenti e si battono per ottenere meno restrizioni, hanno la loro personale opinione nei confronti di domande di tali monumentali dimensioni che riguardano ogni essere umano ma, comunque, sono chiaramente a favore della scelta di  adulti sani che decidono di raccogliere e conservare le loro cellule staminali per un uso futuro o genitori in attesa che si organizzano per la raccolta del sangue del cordone ombelicale del neonato che deve essere raccolto al momento della nascita e conservato in nome del figlio spinti dall’esperienza di aver visto  pazienti trattati con successo con l’uso delle cellule staminali.

    La medicina rigenerativa è una branca emergente della medicina che ha l’obbiettivo di ricostruire organi e/o la funzione del tessuto in pazienti con malattie gravi o croniche in cui le risposte del corpo sono insufficienti a ripristinarne l’uso funzionale. Una crescente crisi del trapianto di organi e una popolazione sempre più anziana hanno condotto ad una ricerca di terapie nuove e alternative. Recenti pubblicazioni hanno suggerito che ci sono approssimativamente 90,000 pazienti nelle liste di attesa per i trapianti negli Stati Uniti. Inoltre c’è una vasta gamma di esigenze mediche insoddisfatte che potrebbe essere affrontata con le tecnologie rigenerative. Mentre alcuni credono che il potenziale terapeutico delle cellule staminali sia stato sopravvalutato, un’ analisi dei potenziali giovamenti provenienti dalle terapie basate sulle cellule staminali indica che 128 milioni di persone, solo negli Stati Uniti,  potrebbero beneficiarne con grande impatto in pazienti con disturbi cardiovascolari (55 milioni), malattie autoimmuni (35 milioni) e diabete (16 milioni negli Stati Uniti e oltre 217 milioni nel mondo): anche altri pazienti Statunitensi con diversi disturbi potrebbero trarne vantaggio, ad esempio osteoporosi (10 milioni), cancro (10 milioni) disturbi derivati dall’Alzheimer e dal Parkinson (5,5) milioni),  gravi ustioni (0,3 milioni),  lesioni del midollo spinale(0,25 milioni).

    Le ricerche hanno dimostrato l’uso potenziale delle cellule staminali nel trattamento di pazienti con insufficienza cardiaca  congestizia, ictus, infarto del miocardio, sclerosi multipla, HIV/AIDS, diabete giovanile, anemia falciforme e sordità. Un’altra recente innovazione è la scoperta del potenziale delle cellule staminali derivante dal sangue mestruale come un’altra possibile (e forse meno discussa) risorsa di cellule staminali.

  • LEPTINA, INVECCHIAMENTO E OBESITA’ di Eric Braverman (MD)

    La leptina, una proteina prodotta dal tessuto neurologico, in primo luogo ipotalamo,  tronco cerebrale e tessuto adiposo, agisce come segnale metabolico periferico al cervello. Raggiunge il cervello, attraversa la barriera ematoencefalica e si accumula nei corpi cellulari dei neuroni che esprimono i recettori della leptina. Questa proteina riduce il peso inibendo il comportamento alimentare e incrementando il dispendio energetico;  è quindi parte importante dell’omeostasi energetica e della regolazione del peso corporeo. Nonostante si pensi che questi effetti siano mediati dall’azione diretta della leptina sui neuroni dell’ipotalamo, recenti studi hanno trovato profonde interazioni fra  leptina e recettori D2 e il sistema serotonergico . Durante il processo di invecchiamento avviene un declino dei sistemi dopominergico e serotoninergico che sono entrambi attivati dalla leptina. C’è anche una maggior adiposità, nonostante gli alti livelli sierici di leptina, in parte dovuta ad una riduzione nel numero dei recettori della leptina in queste aree del cervello.

    L’invecchiamento è associato ad una graduale perdita delle funzioni fisiologiche e ad un declino delle concentrazioni di plasma di molti ormoni steroidei. Esiste una correlazione fra abbassamento degli estrogeni e livelli di testosterone e bassi livelli di leptina. Le alterazioni associate all’invecchiamento nella composizione corporea, che comprende l’aumento della massa grassa, la perdita di forza, muscoli e ossa, sono in parte legate a specifici cambiamenti endocrini. In particolare individui con elevati livelli di leptina sviluppano osteoporosi, iperlipidemia e obesità. Livelli di leptina estremamente bassi nel lungo termine possono essere associati a oligomenorrea, anoressia, troppa magrezza e demenza. Quindi, sarebbe auspicabile mantenere i livelli di leptina in una fascia media o bassa in modo che gli individui possano rimanere magri curando la loro biochimica cerebrale.

  • TRIADE ANTI INVECCHIAMENTO: TELOMERI, CELLULE STAMINALI E RESTRIZIONE CALORICA. Di Stephen Holt, (MD, PhD)

    La medicina anti-aging cerca proposte basate sull’evidenza per promuovere la longevità. Stephen Holt ha esposto “una trilogia” di interventi  che sono gli obiettivi chiave per il futuro della medicina anti invecchiamento. Queste proposte alla fine sostituiranno le attuali iniziative  “band aid” antiaging  come le terapie ormonali sostitutive o  gli interventi estetici standard. Negli ultimi due decenni c’è stata un’espansione della ricerca scientifica sull’importanza dell’accorciamento dei telomeri come biomarker dell’invecchiamento e una conferma del ruolo della restrizione calorica nella valorizzazione della durata della vita media e massima. Stanno emergendo scienze sulle cellule staminali che promettono una gestione delle malattie croniche, nuovi metodi per la produzione di organi e azioni specifiche di promozione della longevità.

    (1)  La restrizione calorica (almeno il 30% sotto i livelli di free-feeding) causa molti cambiamenti biologici positivi in una vasta gamma di specie animali che sono stati sottoposti a test biofisiologici e valutazioni di longevità. Delucidazioni su biochimiche favorevoli o cambiamenti fisiologici che accompagnano livelli significativi di restrizione calorica hanno condotto all’idea che diversi supplementi farmaceutici o integratori alimentari possano essere usati per simulare questi auspicabili cambiamenti nella struttura e nelle funzioni del corpo. Questa conoscenza è alla base del concetto di “mimiche di restrizione calorica” che sono definite come agenti che possono riprodurre una o più dei principali effetti biologici di restrizione calorica. La tecnologia  nutraceutica ha creato integratori alimentari sinergici che contengono  una serie di composti di mimica di restrizione calorica.

    (2)  I telomeri sono i tappi di protezione del DNA che si trovano all’estremità dei cromosomi lineari. La funzione di questi tappi è quella di prevenire la perdita o la corruzione di informazioni genetiche durante la divisione cellulare. I telomeri sono supportati dall’enzima telomerasi. L’accorciamento dei telomeri si verifica con l’età, nella cellula senescente risulta una funzione cromosomica abnormale, con malattie croniche emergenti come il cancro o malattie cardiovascolari. Un protocollo naturale per fornire un sostegno  al telomero è stato sviluppato utilizzando cambiamento nello stile di vita, monitoraggio del telomero, dieta,  controllo meticoloso della malattia e nutraceutici specifici. Preziose sostanze naturali che supportano i telomeri sono: radice del ginger cinese, estratti di Astraghalus, acidi grassi Omega 3, antiossidanti, Vitamina D, acido folico, Vitamina B12, Nicotinamide, multi vitaminici, alfa tocoferolo, N-acetilcisteina, composti con statine e estratti di Ginko Biloba.

    (3)  I trattamenti con le cellule staminali possono essere usati per sostituire tessuti malati o in difficoltà e possono esercitare un ruolo primario nella stessa anti-anging. Si conoscono diversi farmaci e prodotti farmaceutici in grado di mobilitare le cellule staminali adulti . Farmaci come G-CSF, interleuchine e altre citochine sono usati in trattamenti medici convenzionali o nelle ricerche per mobilitare le cellule staminali del  midollo osseo.

  • IL RESVERATROLO E’ DAVVERO UN COMPONENTE ANTIAGING? di Richard Baxter (MD)

    Il resveratrolo, una molecola di polifenoli del vino rosso, è una molecola candidata per un approccio globale antiaging. Numerose evidenze suggeriscono un ruolo nel ritardare malattie degenerative, incluse quelle cardiovascolari, Alzheimer, malattie infettive, cancro, osteoporosi, diabete e foto invecchiamento della pelle. E’ stato riportato che il resveratrolo attiva le sirtuine, gli enzimi responsabili dell’estensione della durata della vita  nella restrizione calorica.  Tuttavia il fenomeno non è stato dimostrato nei mammiferi ed alcuni studi offrono risultati contraddittori.  In ogni caso l’uso di resveratrolo come integratore alimentare è divenuto popolare nonostante la mancanza di evidenze cliniche di efficacia.

  • RESURFACING FRAZIONALE ABLATIVO – L’ULTIMO PROGRESSO IN MEDICINA ESTETICA di Haneef Alibhai (MD)

    Il resurfacing frazionale ablativo è un trattamento per rughe leggere e profonde, cicatrici e lesioni cutanee superficiali. Il laser Erbium IAG dirige brevi e intense raffiche di energia  sulla superficie della pelle. Questa energia riscalda l’acqua all’interno dell’epidermide e del derma  facendo in modo che,  sia l’acqua che il tessuto della pelle,  si trasformino in vapore. Ogni volta che il laser passa sulla pelle alcuni degli strati più superficiali della pelle vengono rimossi in modo preciso e controllato fino alla profondità appropriata. In pochi giorni l’area sarà sostituita con pelle fresca e sana generata dal sistema linfatico del corpo. Nel tempo vengono prodotti nuovi livelli di collagene e la pelle si rinnova mostrando un aspetto migliore,  più sano e giovane. Dopo la procedura,  i pazienti  segnalano una settimana di rossore, gonfiore ed esfoliazione ma gli eccellenti risultati valgono senza dubbio un minimo di inattività.

  • TRASFERIMENTO DI GRASSO AUTOLOGO TRAMITE CELLULA ASSISTITA di Sharon Mc Quillan (MD)

    Il trasferimento di grasso autologo tramite cellula assistita è un trattamento promettente per la volumizzazione e il ringiovanimento dei tessuti molli. Il trasferimento del tessuto adiposo (o CAL) coinvolge la combinazioni di cellule staminali adipose autologhe con il grasso lipoaspirato. Una volta rimosso, una parte del volume di grasso aspirato è sottoposto ad un processo per l’isolamento delle cellule staminali adipose, mentre l’altra metà viene preparata per l’innesto. Il grasso trattato e le cellule staminali adipose vengono combinati insieme e iniettati in posizioni mirate. L’aggiunta di cellule staminali di grasso utilizzato per il trasferimento autologo migliora la viabilità del grasso trapiantato e riduce la terapia post-operatoria.

    Queste cellule possiedono anche la capacità di differenziarsi in cellule endoteliali e vascolari con conseguente angiogenesi e sopravvivenza del trapianto La differenziazione cellulare permette alle cellule di specializzarsi in base alla loro collocazione. Il trapianto della cellula assistita ha anche la capacità di invecchiare con l’ospite, determinando un risultato naturale e duraturo. Questa presentazione ha rivisto i concetti di lipotrasferimento tramite cellula assistita per la valorizzazione dei tessuti molli nelle zone del viso, dei glutei e del seno.

  • APPROCCI INTEGRATIVI ALLA DISINTOSSICAZIONE di Isaac Eliaz (MD; MS; L.Ac.)

    In questa presentazione Dr Eliaz ha discusso la valutazione e le strategie cliniche di disintossicazione con focus su pazienti con malattie croniche e cancro attingendo dai suoi studi e da estese esperienze cliniche come medico integrativo, omeopata agopunturista formato. La presentazione ha inoltre discusso la ricerca sulla MPC (pectina modificata di agrumi) così come su alginati a bassa velocità e composti poli-botanici che possono migliorare il processo di disintossicazione e supportare gli organi coinvolti. Studi clinici su adulti e bambini con elevati livelli di mercurio e piombo sono stati rivisti. Cinque studi di casi pubblicati sull’esperienza del Dr. Eliaz mostrano una  riduzione di tossicità da metalli pesanti nel corpo senza effetti collaterali usando il suo approccio integrativo. La riduzione del carico tossico nel corpo  si ritiene giochi un ruolo importante nel recupero di ogni paziente e nel mantenimento della salute. Questa è la prima documentazione nota con prove di tali risultati in una relazione clinica con possibile correlazione tra i risultati clinici e riduzione del carico di metalli pesanti in pazienti che utilizzano MPC e/o MPC/alginato complesso.

  • AMPLIFICARE  LA PERDITA DI PESO DELLA DIETA HCG CON LA TERMOGENESI: UN PROTOCOLLO CLINICO AVANZATO di Ester S. Mark (MD)

    C’è un rinnovato grande interesse sull’uso di iniezioni intermittenti di HCG associato a diete a forte restrizione calorica per il controllo del peso. Ciò ha causato un certo dibattito sugli svantaggi e le  limitazioni relativi agli interventi di HCG che includono argomenti come l’efficacia, la difficoltà della gradimento della dieta e gli effetti collaterali relativi alle dosi di HCG in alcuni individui. Coloro che propongono la terapia con HCG credono fortemente nella capacità di questo ormone di agire sul diencefalo o ipotalamo e le riserve di grasso per promuovere la perdita di peso attraverso una varietà di meccanismi, alcuni dei quali rimangono poco chiari. La Medicina Integrale ha accettato il concetto di un approccio globale e sinergico per ciò che riguarda il controllo del peso che coinvolge diete a controllo calorico, modificazione di comportamento, esercizi aerobici e tecniche aggiuntive come farmaci o nutraceutici . Secondo studi clinici aperti le iniezioni di HCG associate a  diete a regime calorico molto basso sono efficaci per il controllo del peso ma l’adesione a diete punitive è una sfida clinica. Un numero di pazienti denunciano debolezza muscolare dopo periodi  prolungati di HCG ma la massa muscolare sembra essere mantenuta. Allo scopo di superare questi svantaggi terapeutici l’uso di HCG è stato associato ad un numero di approcci aggiuntivi per la perdita del peso. L’approccio più efficace è stato quello di applicare agenti termogenici che integrano le azioni del HCG agendo su percorsi alternativi per il controllo del peso. Molti agenti termogenici sono stati esplorati come parte di un protocollo per i trattamenti HCG, ad esempio açai, caffeina, fuco xantina , ma questi agenti non sono paragonabili alla potenza di amine selezionate da fonti naturali. L’efedrina, che è  la più popolare amina usata nel controllo del peso,  è stata ritirata dall’uso degli integratori nel 2004 a causa degli effetti collaterali.  Mentre poche persone mettono in dubbio l’efficacia dell’efedrina nel controllo del peso, il suo rapporto beneficio/rischio risulta inaccettabile. La combinazione di iniezioni di HCG e l’agente termo genico Advantra Z ha portato eccellenti risultati esiti nel controllo del peso. Advantra Z è un prodotto brevettato che è standardizzato per il suo contento di p-sinefrina e possiede molti dei vantaggi dell’efedrina senza la stessa propensione a causare iperstimolazione cardiovascolare ed effetti negativi sul sistema nervoso centrale.

  • UN APPROCCIO NUTRIZIONALE NELLA GESTIONE DI SOGGETTI SOVRAPPESO  E OBESI CON SINDROMI METABOLICHE: PERDITA DI PESO E RIDUZIONE DEI RISCHI CARDIACI di Robert Lerman (MD)

    Nel 2006 è stato pubblicato un articolo che indicava un netto miglioramento in certi fattori di rischio cardiovascolare in donne sovrappeso e obese con  alto colesterolo LDL portato avanti con una dieta a contenuto calorico limitato, in stile mediterraneo, a basso carico glicemico (LGL), alimenti nutraceutici di soia contenenti fitosteroli  ed esercizi aerobici rispetto a soggetti tenuti in un regime alimentare a basso contenuto calorico, basso contenuto di grassi secondo la dieta dell’ American Heart Associazion (AHA) ed esercizi aerobici.  Le donne hanno perso più peso dei soggetti che seguivano la dieta AHA. Inoltre, nel gruppo di intervento, il rapporto trigliceridi/HDL-colesterolo è stato sostanzialmente ridotto suggerendo un potenziale effetto sulla sindrome metabolica. Non  era però chiaro se il beneficio fosse dovuto alla dieta LGL o ai cibi nutraceutici  Prima di ulteriori studi sull’uomo sono state testate cellule che impiegano sistemi di cellule isolati incluso il modello di  3T3-L1 di lipogenesi. Per incrementare la lipogenesi, l’assorbimento del glucosio e la secrezione di adiponectina sono state individuate due molecole derivate da estratti di luppolo (rho iso alpha acids),  corteccia di legno massello e Acacia nilotica. Inoltre è stata diminuita la secrezione di IL-6. Studi seguenti hanno indicato che questi estratti hanno inibito una particolare proteina chinasi coinvolta nella resistenza all’insulina. Studi sul modello “ db/db topo” hanno fornito le prove che questi composti sono efficaci nel ridurre insulinemia e glicemia con la stessa efficacia  di rosiglitazone e metformina (anche se in differenti dosi). Più recentemente studi su questi estratti hanno indicato  un effetto significativo nella prevenzione dell’aumento di peso nel topo nutrito con dieta ricca di grassi. Di conseguenza è stato condotto uno studio randomizzato su  donne e uomini sovrappeso e obesi con sindrome metabolica e colesterolo LDL alto,  mettendo a confronto un programma di  stile di vita che prevede una dieta  stile mediterraneo a basso contenuto glicemico senza alcuna restrizione calorica ed esercizi aerobici (MED) contro lo stesso programma di stile di vita con un’integrazione di fitonutrienti con aggiunta di alimenti nutraceutici che contengono soia e fitosterolo in combinazione con supplementi di luppolo e estratti di acacia (PED). I risultati pubblicati nel 2008 hanno indicato una sostanziale perdita di peso nonostante la mancanza di restrizioni caloriche. Molti  markers di rischio cardiaco sono migliorati nella PED rispetto al gruppo MED. Da notare una risoluzione del 43% netto della sindrome metabolica nel PED contro il 22% in MED. In un’analisi di sottogruppo, pubblicata nel 2010, è stato mostrato che la dieta in stile Mediterraneo LGL in combinazione con soli esercizi aerobici  non era efficace per abbassare il rischio CVD in soggetti ad alto rischio con sia sindrome metabolica che LDL-C maggiore o uguale a 160/mg/dL;  tuttavia l’aggiunta di cibi nutraceutici, del luppolo e di estratto di acacia hanno portato una grande riduzione del rischio cardiovascolare (CVD). Un trial multicentrico, recentemente completato,  nelle donne in sovrappeso e obese con sindrome metabolica comparato alla dieta stile Mediterraneo LGL con nessun cibo nutraceutico,  ha confermato l’effetto della dieta sul peso corporeo e sui rischi CVD.

  • POTENZIALE RIGENERATIVO DELLE CELLULE STAMINALI DERIVATE DAL TESSUTO ADIPOSO  DI Vasilis Papaliaris, (MD, PhD)

    Le terapie con cellule staminali assicurano grandi promesse per i benefici dell’anti-aging dato che sono rigenerative in natura. I trapianti con cellule staminali  autologhe derivate dal tessuto adiposo   posseggono addirittura più potenziale dato che non hanno barriere etiche e non richiedono alcuna espansione. E’ stato messo a punto un metodo che prevede l’isolamento di cellule staminali del grasso derivato da una procedura di mini-liposuzione, la loro attivazione da un stadio di quiescenza ad uno stadio attivo usando la luce del laser e la loro reintroduzione nel paziente via intravenosa.  . questo metodo è stato provato su più di 500 soggetti su un periodo di tre anni con nessun effetto collaterale. I benefici anti-aging che sono stati osservati e riportati includono l’aumento del livello  di energia, vigore, stamina e predisposizione alle attività fisiche, aumento di memoria a breve termine, capacità di attenzione e concentrazione,  migliori stati d’animo, miglioramento del sonno, aumento della funzione e della potenza sessuale, miglior appetito e digestione, miglioramento dell’udito e della vista, miglior vitalità della pelle, crescita, spessore e annerimento dei capelli. Altri benefici sono stati osservati anche su una varietà di tipi di malattie degenerative anche se su un campione di piccole dimensioni. Uno studio clinico è stato effettuato per valutare l’efficacia della terapia sul diabete mellito di tipo II. L’osservazione di questi pazienti sui 18 mesi post operatori in tempi vari ha mostrato una significativa riduzione di livelli di glicemia a digiuno e di emoglobina glicosilata, con una riduzione di trigliceridi nei primi tre mesi. Non c’è stato alcun cambiamento nel colesterolo totale e altri valori di CBC, LFT, e  KFT . I risultati della sperimentazione ad oggi suggeriscono che la terapia con cellule staminali autologhe adipose sembra essere d’aiuto per i  pazienti affetti da diabete di tipo II diminuendo la loro resistenza all’insulina. Dopo l’analisi  dei  peptidi secreti dalle cellule staminali derivate dai tessuti adiposi, crediamo che molti degli effetti antiaging osservati nei pazienti siano dovuti alla secrezione di un numero di proteine biologicamente attive. Un peptide sintetico che deriva da una di queste proteine è stato costruito per l’iniezione sottocutanea e sta mostrando interessanti risultati su soggetti con diabete di tipo II dopo la somministrazione.