L’infiammazione indotta dal virus e probabilmente un’azione non ancora compresa, ma legata alla presenza del Sars-Cov-2, portano a uno squilibrio nella regolazione dei sistemi di fibrinolisi e fibrinosintesi, che nel soggetto normale operano in equilibrio. A questa alterazione si aggiunge anche l’azione diretta del virus sull’endotelio delle arterie e il risultato finale del processo è un eccesso di coagulazione che si ripercuote in un incremento del rischio di formazione di trombosi arteriose e di tromboembolie venose. Sul piano clinico questo si può tradurre nel maggior rischio di comparsa di infarti del miocardio, anche in soggetti più giovani, e di embolie polmonari. E’ opportuno ribadire come una pregressa alimentazione scorretta, ma anche in contemporaneo con l’infezione, possa peggiorare il quadro clinico. L’eccesso di carboidrati e di zuccheri raffinati provoca, tramite la glicazione, la formazione degli AGEs che , nella parete vascolare, legandosi al collagene, alterano la struttura della matrice extracellulare e legandosi alle lipoproteine plasmatiche innescano reazioni ossidative. L’interazione degli AGEs con le cellule endoteliali produce un aumento della permeabilità vascolare, dell’attività procoagulante, generazione di stress ossidativo e induzione di molecole d’adesione leucocitaria. L’interazione con i macrofagi induce la secrezione di citochine e fattori di crescita che coinvolgono alterazioni della parete vasale che danno inizio ad un processo di tipo infiammatorio provocando una sorta di endotelite. Una maggiore comprensione dei meccanismi biochimici attraverso cui gli AGEs contribuiscono a questo processo è assai rilevante al fine di sviluppare strategie preventive tramite indicazioni alimentari finalizzate al controllo glicemico e l’uso mirato di integratori con effetto antiglicante come, per citarne solo alcuni, Acido Lipoico, Carnosina, Curcumina, Reishi e la famosa, e spesso tirata in ballo a ragione oggi, Vitamina D3 che oltre ai suoi effetti antinfiammatori e immunomodulatori riveste un ruolo chiave nella regolazione della glicemia. Per esempio, in diabetici con livelli di vitamina D inferiori a 20ng/ml, si è visto che con una integrazione di 1000 U.I al giorno di vitamina D , si sono ottenuti miglioramenti nella funzione endoteliale e nella glicazione.