INTEGRATORI PER LA MEMORIA E LA CONCENTRAZIONE
Sia nello sport che sul lavoro mantenere una buona concentrazione è un aspetto fondamentale al giorno d’oggi. Partiamo dallo sport. A parte l’ovvia correlazione con gli sport ad impegno neurogeno che coprono un ventaglio che va dalle bocce al paracadutismo passando per tiro a segno, motociclismo ed automobilismo (Gruppi A e B codificati per la Medicina dello Sport), una buona concentrazione è importantissima per l’esecuzione del corretto gesto tecnico praticamente in tutti gli sport. Questo soprattutto in situazioni agonistiche dove l’aumentare delle catecolamine e della frequenza cardiaca tenderebbe invece a farci sbagliare. Sul lavoro è ancora più chiara tale associazione. La stragrande maggioranza di noi ha un lavoro sedentario e sa come, durante le canoniche 8 ore di lavoro o più, l’attenzione vada e venga. Ognuno di noi si sforza di trovare la personale ricetta per mantenersi il più concentrato e performante possibile in questo lasso di tempo tanto critico della nostra vita moderna. Continuiamo con la serie di concetti ovvi dicendo che il verificarsi di condizioni di ipoglicemia durante la giornata sarebbero da evitare il più possibile perché in quelle condizioni la performance cognitiva è davvero difficile da mantenere. Ricorda che il cervello brucia zuccheri e non ama che le sue scorte vengano a depauperarsi. Ovviamente non sto suggerendo di ingerire zuccheri per mantenere alto il livello cognitivo, anche perché avrebbero un effetto assolutamente opposto stimolando un violento picco insulinemico che ci manderebbe in ipoglicemia dopo poco. Un’alimentazione che ci permetta di mantenere la glicemia quanto più stabile possibile è la condizione di partenza migliore che possiamo strutturare per favorire memoria e concentrazione. Ultimo concetto ovvio, ma probabilmente primo per importanza, è che se percepiamo stressante l’ambiente in cui svolgiamo sport, o ancora peggio l’ambiente di lavoro, dovremmo tentare quanto più possibile di eliminare l’agente stressogeno. A chi di voi sta pensando che nel suo caso non sia possibile eliminare la suocera o il capo al lavoro suggerirò qualche integratore che possa coadiuvarvi nella vostra fase di resistenza allo stress e magari, perché no, aiutarvi a migliorare la vostra performance cognitiva (così sarete più veloci e il capo più contento). Partiamo allora dalla Rhodiola Rosea, famosa erba adattogena che abbassa i livelli di cortisolo. L’aumento di cortisolo soprattutto se cronico è critico per la muscolatura interessata nelle varie attività sportive nonché nell’involuzione (atrofia) di una zona del cervello chiamata ippocampo, impegnata proprio nei processi mnemonici. Al contrario di altri stimolanti che spingono su taluni neurotrasmettitori portandoli ad esaurimento, la Rhodiola si è dimostrata efficace senza questo effetto collaterale. Nel Biathlon (sci + tiro al bersaglio) sono state riportate evidenze per un aumento della coordinazione, una diminuzione dei tremori e una mira quindi più precisa. Oltre che in associazione all’attività fisica la Rhodiola viene spesso usata per migliorare l’adattamento allo stress di imprenditori e persone soggette ad alto carico allostatico (militari etc).
Altra molecola sulla falsa riga della Rhodiola è la fosfatidilserina (FS). Studi su persone anziane mostrano come la FS aumenti l’apprendimento e stimoli le funzioni cerebrali. Nel giovane tenderebbe invece a preservarle dall’insulto cortisolemico. E’ utilizzata anche in molti sport tra cui il body building per minimizzare il catabolismo muscolare da allenamento.
Il Ginkgo Biloba ha dimostrato essere efficace nel ritardare la stanchezza e migliorare la resistenza all’esercizio fisico. Oltre a questo alcuni studi lo hanno correlato con un aumento del flusso sanguigno della corteccia cerebrale e un aumento del pattern delle onde alfa cerebrali.
Lo stesso effetto sul cervello (aumento della vascolarizzazione localizzato soprattutto invece della zona ippocampale, legata alla memoria come detto) è stato riportato da alcuni studi a proposito del Panax Ginseng. Questa pianta migliorerebbe altresì il tono adrenergico e dopaminergico cerebrale assicurando un’azione antidepressiva ed euforizzante.
Una cosa che accumuna spesso queste piante è l’abbondanza di fattori antiossidanti e antinfiammatori che certamente prendono parte agli effetti sopracitati.
Classificato come rinvigorente del sistema nervoso centrale è l’estratto di eleuterococco. Assicura attenzione, miglior gestione dello stress, combatte la stanchezza fisica e la sonnolenza.
Continuiamo con l’Ashwagandha molto utilizzata in medicina Ayurveda. Viene utilizzata per combattere lo stress e gli effetti di questo, particolarmente a livello del sistema nervoso centrale (con attenuazione di gran parte dei sintomi classici). Secondo diversi studi eserciterebbe un’azione neuroprotettiva in virtù delle spiccate proprietà antiossidanti e sarebbe in grado di proteggere le cellule cerebrali da malattie come Parkinson e Alzheimer. È di aiuto nella concentrazione e migliora l’attenzione oltre che le capacità mnemoniche.
Precursore di catecolamine e dopamina (fondamentali per la performance cerebrale) è la tirosina. Gli studi riferiscono che la tirosina è particolarmente efficace nell’attenuare la perdita di memoria che caratterizza le situazioni di stress acuto. Per stress acuto intendiamo brusche variazioni della temperatura ambientale o privazione del sonno (oggetto degli studi).
La citicolina è una sostanza nootropa che il nostro organismo utilizza per la formazione di colina e poi acetilcolina (principale neurotrasmettitore cerebrale). Spesso il tono colinergico si abbassa nelle patologie neurodegenerative e questo principio attivo può alleviare la sintomatologia in termini di perdita di funzioni cognitive oltre che favorire l’utilizzazione dell’ossigeno a livello dell’encefalo.
La teanina invece sembra favorire uno stato di “veglia rilassata” senza indurre sedazione. Questo in virtù del facile passaggio della barriera ematoencefalica e della sua struttura chimica simile al neurotrasmettitore glutammato. Anch’essa stimola direttamente l’attività delle onde cerebrali di tipo alfa. Funge da substrato indiretto per la biosintesi del GABA (inibitore del sistema nervoso centrale) mantenendo però lo stato di vigilanza.
La Bacopa è un’altra pianta consigliata in particolare per aiutare le funzioni cerebrali, migliorare la memoria e sviluppare più concentrazione. Come molte altre sostanze in precedenza è un ottimo antistress associando però anche capacità ansiolitiche e favorendo un sonno più fisiologico.
A questo punto avrete capito che sono moltissimi i principi fitoterapici che possono essere utilizzati per migliorare la performance cognitiva e che anche se accumunati da un effetto sinergico sul sistema nervoso centrale presentano tutti caratteristiche peculiari adattabili ai singoli casi.