La carnitina è un dipeptide la cui sintesi all’interno del corpo umano avviene nel fegato e in parte nel rene e nel cervello. La sua sintesi endogena richiede due aminoacidi essenziali (lisina e metionina) e la presenza di quantità ottimali di vitamina C, B6 e ferro. Sono stati molti gli studi che hanno cercato di dimostrare l’efficacia dell’L-carnitina come integratore lipolitico e in merito a questo una metanalisi su Nutrition, metabolism and cardiovascular disease, organo ufficiale di Sid (Società italiana di diabetologia), Sisa (Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi) e Sinu (Società italiana di nutrizione umana) ha pubblicato le evidenze sull’efficacia di questo integratore nel miglioramento del profilo lipidico. Sono stati selezionati studi clinici che come caratteristiche dovevano essere innanzitutto randomizzati, avere come oggetto dell’indagine gli effetti di una supplementazione con L-carnitina sul profilo lipidico (trigliceridi, colesterolo totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL) e avere una durata di almeno una settimana. In totale ne sono stati selezionati 55, di durata compresa tra le 2 e le 54 settimane, con un numero di partecipanti oscillante tra 10 e 227 e di condizione di salute differente: 15 trial con diabetici, 22 con emodializzati, 2 con epatite C, 2 con dislipidemici e uno a testa con steatosi epatica non alcolica, ipotiroidismo, osteoartrosi, affaticamento muscolare rapido, sindrome dell’ovaio policistico e malattia coronarica. Il resto dei trial comprendevano soggetti sani oppure obesi. Le conclusioni hanno evidenziato che la supplementazione con L-carnitina è stata in grado di ridurre mediamente il colesterolo totale di 8,53 mg/dl, il colesterolo LDL di 5,48 mg/dl e i trigliceridi di 9,44 mg/dl e di aumentare i livelli di colesterolo HDL di 1,64 mg/dl. L’analisi attuata invece sui sottogruppi non ha mostrato alcun effetto in pazienti in emodialisi così come in caso di somministrazione per via endovenosa o con dosaggi inferiori ai 2 mg/die. Gli effetti benefici della carnitina sul profilo lipidico possono essere ricondotti a diversi meccanismi: infatti è coinvolta nel trasporto degli acidi grassi a lunga catena all’interno dei mitocondri dove subiscono beta ossidazione, riducendone così la disponibilità per la sintesi dei trigliceridi e inoltre stimola la produzione di apolipoproteina-A1, che promuove la sintesi di colesterolo HDL. Qual è perciò la dose da assumere? Si può effettivamente riscontrare un miglioramento del profilo lipidico a dosi ≥2 g/die. Altre precedenti meta-analisi avevano già dato indicazioni in questo senso, nonostante si fossero concentrate principalmente su pazienti con malattia renale cronica e diabete. In conclusione, se da un lato questo è il primo studio che indaga gli effetti in individui sani e non, dall’altro si può dire che saranno necessari in futuro ulteriori studi randomizzati, su popolazioni omogenee, di grandi dimensioni, lunga durata e con dosaggi variabili di L-carnitina per approfondire ulteriormente l’argomento.