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LA MODULAZIONE ESTROGENICA ANTIAGING
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LA MODULAZIONE ESTROGENICA ANTIAGING

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L’ACCADEMIA DEL FITNESS – Wellness & Anti-aging magazine – gennaio 2015 – 

Gli estrogeni sono degli ormoni steroidei così chiamati in quanto derivano dal colesterolo. Insieme al progesterone sono i principali ormoni femminili e promuovono le caratteristiche sessuali secondarie della donna. In realtà sono presenti in concentrazione molto inferiore anche nell’uomo in quanto il percorso biochimico che porta alla sintesi degli estrogeni passa attraverso passaggi intermedi rappresentati da ormoni maschili quali l’androstenedione e il testosterone. Nella donna gli estrogeni sono prodotti  nelle ovaie. Normalmente, quando si parla di estrogeni, si fa riferimento al beta-estradiolo, in realtà sono tre i principali estrogeni prodotti dalle donne:

  • Estradiolo; come 17 Beta-estradiolo rappresenta l’ormone più importante nelle donne in quanto sostiene lo sviluppo dei follicoli ovarici durante il periodo fertile e lo sviluppo dei caratteri secondari e degli organi riproduttivi durante la pubertà. Il suo precursore nella biosintesi è il testosterone. Il Beta-estradiolo è dotato di attività proliferativa e può favorire la comparsa di tumori negli organi estrogeno dipendenti.
  • Estriolo; presente in quantità superiore al Beta-estradiolo è dotato di scarsa attività estrogenica e, per questo, è stato sempre ritenuto poco importante  mentre, in realtà, è fondamentale, insieme al progesterone, per il mantenimento della gravidanza e sembra dotato di un effetto antitumorale.
  • Estrone; viene prodotto dalle ovaie a partire dall’androstenedione e rappresenta l’estrogeno presente in quantità maggiore dopo la menopausa ed ha invece un effetto pro cancerogeno.

Nell’uomo gli estrogeni sono prodotti per il 10% dal testicolo, il resto principalmente dalla conversione del testosterone in estrogeni che avviene a livello soprattutto del fegato e del tessuto adiposo tramite la cosiddetta aromatizzazione. Nelle donne livelli elevati di estrogeni si possono verificare durante la pubertà e la gravidanza ma, intorno ai 40anni, si può verificare la cosiddetta “predominanza estrogenica” che non corrisponde a valori alti di estrogeni in assoluto ma in realtà ad un aumentato rapporto estrogeni-progesterone, dovuto principalmente al calo del progesterone  causato da una diminuita funzionalità surrenalica spesso legata allo stress. Inoltre lo stress “ruba” il progesterone che viene usato come precursore del cortisolo. Oggigiorno bisogna anche tener conto degli estrogeni presenti nei cibi, soprattutto prodotti caseari e manzo, ricchi, tra l’altro, di grassi saturi che, a loro volta, favoriscono la produzione di estrogeni. Importante è anche la funzionalità epatica dal momento che gli estrogeni vengono metabolizzati a livello epatico e quindi ogni fattore che ne può alterare la funzionalità (alcol, farmaci, carenze di vitamine e aminoacidi), può causare un innalzamento degli estrogeni. La prevalenza estrogenica, nella donna, può causare ritenzione idrica e aumento del tessuto adiposo, mestruazioni dolorose e flussi abbondanti. Nell’uomo l’iperestrogenismo è prevalentemente legato all’obesità in quanto il tessuto adiposo è la principale sede di aromatizzazione del testosterone ed è inoltre legato anche all’età in quanto con gli anni aumenta l’aromatasi. Il risultato è un livello più basso di testosterone con diminuzione della libido e delle capacità erettili  e della produzione di spermatozoi. Il livello di estrogeni più elevato nell’uomo può portare anche all’aumento di grasso a livello mammario o, addirittura, alla ginecomastia e ad una generale femminilizzazione che comporta una differente distribuzione del grasso corporeo. Oltre alla terapia farmacologica che, nel caso della predominanza estrogenica nella donna comporta l’uso del progesterone  e, nel caso dell’uomo, di inibitori dell’aromatasi e, in caso di ipogonadismo, associati al testosterone,  si possono ottenere ottimi risultati con integratori prevalentemente di tipo erboristico, ovvero sostanze naturali presenti in prodotti vegetali in grado di modulare i metabolismi ormonali

Il melograno contiene la più grande varietà di fitoestrogeni rispetto ad ogni altro alimento. Circa l’80% dell’olio dei suoi semi contiene acido punicico che ha proprietà lipolitiche e antiinfiammatorie. Inoltre gli acidi grassi coniugati presenti nel melograno possiedono proprietà antiestrogeniche infatti, comportandosi da blandi estrogeni, occupano i recettori per gli estrogeni evitando che i più potenti estrogeni possano esercitare il loro effetto.  L’alto contenuto di polifenoli, tra i quali l’acido ellagico presente nella buccia, è inoltre un potente antiossidante dotato di attività antiaromatasica  inibendo la conversione del testosterone in estrogeno. L’indolo 3 carbinolo è un flavone contenuto nei broccoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles e nelle altre crucifere. Esso è coinvolto nel metabolismo degli estrogeni a livello epatico aumentando la loro disattivazione e, in maniera specifica, diminuisce la via metabolica che porta al 16-alfa-idrossiestrone favorendo la sintesi di metaboliti dotati di minore attività estrogenica come il 2OH.

Lo zinco è uno degli elementi  traccia più importanti per il nostro organismo ed è coinvolto nella formazione di più di 300 enzimi. Fondamentale per il metabolismo dell’insulina, per la salute degli organi sessuali e per il sistema immunitario, è anche dotato di un’efficace attività antiaromatasica

(antiaromatica) e può essere utile soprattutto nell’individuo maschio predisposto all’aromatizzazione.

Il cardo mariano o Silybum Marianum contiene una quantità di fitoestrogeni chiamati flavolignani, appartenenti alla famiglia dei bioflavonoidi, fra i quali principalmente la silibina, la isosilibina e la deidrosilibina. Questi fitoestrogeni regolano la produzione ormonale femminile . Gli estratti purificati dei flavolignani dai frutti del cardo mariano contengono principalmente silimarina che è un composto isomerico della silibina dotato di notevole azione epato-protettrice e favorente la disintossicazione degli estrogeni a livello epatico.

Un uso corretto di questi integratori utilizzati nelle giuste dosi e proporzioni eserciterà un effetto sinergico senz’altro in grado di abbattere l’eventuale predominanza estrogenica ma è opportuno adottare anche alcuni accorgimenti ulteriori come stile di vita per potenziare il risultato, vediamo quali:

  • Consumare cibi contenenti deboli fitoestrogeni come melograno, semi di lino, mele, lamponi, soia fermentata, germe di grano.
  • Consumare yogurt e cibi ricchi di fibre per favorire il catabolismo e l’eliminazione degli estrogeni.
  • Consumare carne e latticini di origine biologica.
  • Aumentare il consumo di cibi disintossicanti come broccoli, cavolfiore, cavolo nero  , mele, ginger, cipolle, carciofi, sedano.
  • Evitare l’alcol.
  • Evitare l’esposizione agli xenoestrogeni presenti nella plastica (bere acqua contenuta in bottiglie di vetro) e nei cosmetici ed evitare le pillole contraccettive.
  • Evitare i prodotti di soia non fermentati.
  • Usare la sauna ad infrarossi.
  • Fare costantemente un tipo di esercizio fisico che provochi una copiosa sudorazione.
  • Raggiungere e mantenere una giusta percentuale di grasso.