Home ABSTRACT LA VITAMINA B3 POTREBBE RITARDARE L’INVECCHIAMENTO
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LA VITAMINA B3 POTREBBE RITARDARE L’INVECCHIAMENTO

LA VITAMINA B3 POTREBBE RITARDARE L’INVECCHIAMENTO
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Un team di scienziati dello Spanish National Cancer Research Centre (CNIO) diretto da Manuel Serrano, in collaborazione con un gruppo di ricercatori dell’Università di Valencia, diretto da José Viña e altri scienziati dell’IMDEA Food da Madrid, hanno tentato di aumentare la capacità antiossidante globale della cellula, invece di uno o solo alcuni enzimi antiossidanti. Essi si sono concentrati sull’incremento dei livelli di NADPH, una molecola di primaria importanza nelle reazioni antiossidanti, ma che ancora non è stata studiata in relazione all’invecchiamento. Questi ricercatori hanno utilizzato un approccio genetico per aumentare i livelli di NADPH, generando topi transgenici con una maggiore espressione di uno degli enzimi più importanti per la produzione di NADPH, la glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications e mostrano che un aumento della G6PD e, di conseguenza, del NADPH ha aumentato le difese antiossidanti naturali, proteggendo dal danno ossidativo, riducendo i processi legati all’invecchiamento come la resistenza all’insulina e aumentando longevità. Inoltre, quando gli scienziati hanno analizzato gli animali transgenici più longevi, hanno scoperto che i loro livelli di stress ossidativo erano inferiori a quelli dei soggetti non transgenici della stessa età. Non è stata trovata alcuna differenza tra gli animali nella tendenza a sviluppare il cancro. La più grande sorpresa è stata quando il team ha misurato il processo di invecchiamento nei topi transgenici. Hanno scoperto che gli animali con elevati livelli di NADPH hanno ritardato il loro invecchiamento e hanno metabolizzato meglio lo zucchero. Inoltre, le femmine transgeniche hanno vissuto il 14% più a lungo dei topi non transgenici, anche se per i maschi lo studio non è stato significativo nella stessa misura. “Questo aumento della longevità, anche se modesto, è sorprendente tenendo conto che fino ad ora i tentativi di aumentare la longevità manipolando singoli enzimi antiossidanti sono falliti”, ha dichiarato Pablo Fernández-Marcos, co-autore dello studio e ricercatore di IMDEA Food. I ricercatori nello studio indicano l’uso di agenti farmacologici o supplementi nutrizionali che aumentano i livelli di NADPH come possibili strumenti per ritardare il processo di invecchiamento negli esseri umani e nelle malattie legate all’età, come il diabete e molte altre. La vitamina B3 o niacina e i suoi derivati sono responsabili della sintesi dei precursori del NADPH e per questo sono potenziali candidati per studi futuri.