Crescendo e diventando adulti e poi anziani gli uomini e le donne aumentano di pari passo il rischio di incorrere in patologie cardiovascolari. L’aterosclerosi è una condizione in cui una placca lipidica cresce all’interno del lume delle arterie creando i presupposti per gravi condizioni come l’infarto, l’ictus e persino la morte. I ricercatori dell’Università del Missouri (MU) hanno scoperto che l’IGF-1, una proteine molto espressa nei giovani, potrebbe aiutare a preservare le arterie dal danno ateromasico. Hanno scoperto che aumentare i livelli di questa proteina in soggetti già malati può ridurre le placche esistenti nelle loro arterie e ridurre il rischio di eventi sfavorevoli. “Il corpo lavora già per rimuovere questi aggregati lipidici attraverso l’infiltrazione di queste da parte di macrofagi” ha detto Yusuke Higashi, Ph.D, professore e assistente di ricerca della Divisione Cardiovascolare della facoltà di Medicina presso la MU (autore principale dello studio). “Nonostante ciò durante l’invecchiamento i macrofagi non riescono più a supplire questa funzione con la massima efficienza come invece nel soggetto giovane. I nostri risultati suggeriscono che aumentare i livelli di IGF-1 che agiscono sui macrofagi potrebbe gettare le basi per un nuovo approccio volto alla stabilizzazione e alla regressione delle placche arteriose nei soggetti anziani”.
In uno studio precedente, Higashi et al hanno esaminato le arterie dei topi alimentati con una dieta ricca di grassi per otto settimane. IGF-1 è stato somministrato ad un gruppo di topi studiati. I ricercatori hanno trovato che le arterie di topi con livelli più elevati di IGF-1 avevano livelli di aterosclerosi significativamente inferiori rispetto ai topi che non avevano ricevuto la proteina. Dal momento che il macrofago è il principale attore nello sviluppo dell’infiammazione della placca aterosclerotica, i ricercatori hanno deciso di studiare i potenziali effetti anti-aterosclerosi di IGF-1 su questa linea cellulare. “Il nostro studio è uno dei primi mai fatti che prende in considerazione il legame tra IGF-1 e macrofagi in relazione alla malattia cardiovascolare”, ha detto Delafontaine (coautore). “Abbiamo esaminato anche topi i cui macrofagi erano non responder alle somministrazione di IGF-1 e abbiamo scoperto che le loro arterie accumulavano più placche rispetto ai topi normali. Questi risultati sono coerenti con la crescente evidenza che l’IGF-1 aiuta a prevenire la formazione di placche nelle arterie.” I ricercatori hanno anche scoperto che in questi topi IGF-1 non responder l’azione dei macrofagi aveva modificato la composizione della placca, indebolendola e rendendo più probabile la sua fissurazione con sovrapposizione trombotica e di conseguenza l’attacco cardiaco.
In futuro, Higashi e Delafontaine hanno in programma di condurre lo stesso studio su animali più grandi e poi di passare al modello umano. Il limite del presente studio sui topi infatti erano il modello su piccolo animale. I ricercatori sostengono che studi su animali più grandi e geneticamente più vicini agli esseri umani saranno importanti per favorire l’eventuale sviluppo di strategie terapeutiche basate su IGF-1 in queste patologie tanto diffuse.
Source:
University of Missouri-Columbia