Cioccolato, te verde, caffè, olio extravergine di oliva, ma anche estratti di semi di uva, sarebbero elementi altamente benefici nella protezione contro i più frequenti disordini del metabolismo, primo fra tutti il diabete.
Perchè? Grazie al loro elevato contenuto in polifenoli, composti dotati di proprietà anti-infiammatorie e già noti prevenire alcune condizioni che conducono ai disturbi cardiovascolari.
L’impiego di cibi ricchi in questi composti potrebbe infatti essere utilizzato come strategia preventiva nei soggetti ad elevato rischio di diabete, come dimostrato da un recente studio presentato all’European Atherosclerosis Society 2014 Congress (EAS 2014) di Madrid.
Mantenere una simile dieta, inoltre, sembrerebbe essere altamente realistico e quindi potrebbe essere una valida soluzione per la gestione di questi pazienti. Il nuovo studio, in particolare, ha potuto dimostrare l’impatto del consumo di polifenoli da diverse fonti sul metabolismo del glucosio.
45 pazienti sovrappeso ed obesi venivano casualmente assegnati al consumo di una dieta controllo povera in acidi grassi omega-3 e polifenoli, oppure ad una ricca unicamente in acidi grassi omega-3, o ancora ad una ricca in soli polifenoli oppure abbondante in entrambi i tipi di composti.
A distanza di 8 settimane dall’inizio del trattamento i ricercatori hanno potuto constatare che le diete con un supplemento in acidi grassi di tipo omega-3 determinava una maggiore riduzione del peso corporeo rispetto a quella unicamente ricca in polifenoli.
Tuttavia, solo il supplemento di polifenoli si accompagnava a un significativo miglioramento dei livelli plasmatici di glucosio ed insulina, come rivelato da un test di tolleranza orale al glucosio. Non solo, gli autori hanno potuto riscontrare un miglioramento della funzionalità delle cellule beta pancreatiche in associazione al consumo di polifenoli, così come un miglioramento dell’assorbimento del glucosio.
Gli effetti osservati ricordavano esattamente quelli che normalmente accompagnano le terapie anti-diabete, tuttavia, in questo caso non si tratterebbe di una strategia farmacologica ma piuttosto di un intervento preventivo attuabile mediante l’alimentazione prima ancora che i sintomi della patologia si presentino nei soggetti a rischio.
European Atherosclerosis Society 2014 Congress (EAS 2014)