La vitamina D svolge un ruolo importante nella promozione della salute durante l’adolescenza.
La carenza e l’insufficienza di vitamina D sono comuni negli adolescenti di tutto il mondo.
Attualmente sono disponibili pochi dati sui livelli di vitamina D e sui fattori di rischio per l’ipovitaminosi D negli adolescenti italiani.
In questo studio la 25-idrossivitamina D (25-OH-D) e l’ormone paratiroideo (PTH) sono stati valutati in 427 adolescenti italiani sani (10,0-21,0 anni).
È stata usata la seguente scala di 25-OH-D per definire lo stato della vitamina D: deficit <50 nmol / L; insufficienza 50-75 nmol / L; sufficienza ≥ 75 nmol / L.
L’ipovitaminosi D è stata definita come livelli di 25-OH-D <75,0 nmol / L e grave carenza di vitamina D come livelli di 25-OH-D <25,0 nmol / L.
Sono stati valutati sesso, residenza, stagione del prelievo di sangue, etnia, peso, esposizione al sole, uso di creme solari, attività fisica all’aperto e storia di fratture come fattori predittivi dello stato di vitamina D.
Risultati: nel 49.9% degli adolescenti è stata riscontrata carenza di vitamina D, mentre nel 32.3% una insufficienza.
Tra quelli con carenza, 38 soggetti erano gravemente carenti (38/427, 8,9% dell’intero campione).
Gli adolescenti non bianchi avevano una prevalenza maggiore di grave carenza di vitamina D rispetto ai soggetti bianchi.
Un aumentato rischio di ipovitaminosi D è stato riscontrato nei seguenti casi: prelievo di sangue eseguito in inverno-primavera rispetto al periodo estivo-autunnale; adolescenti sovrappeso-obesi rispetto a soggetti con indice di massa corporea normale (BMI); bassa esposizione al sole rispetto all’esposizione medio-buona e uso regolare di filtri solari rispetto all’uso discontinuo.
Gli adolescenti che hanno effettuato <3 ore/settimana di attività fisica all’aria aperta avevano una prevalenza maggiore di ipovitaminosi D.
I livelli sierici di 25-OH-D erano inversamente correlati a PTH e BMI.
Il 10,3% degli adolescenti hanno mostrato iperparatiroidismo secondario.
Conclusioni: gli adolescenti italiani hanno un’alta prevalenza di carenza e insufficienza di vitamina D.
I pediatri dovrebbero suggerire uno stile di vita più sano e promuovere l’integrazione alimentare nei gruppi a maggior rischio di ipovitaminosi D.