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SARCOPENIA E CONDIZIONE DISABILITANTE NELL’ANZIANO

SARCOPENIA E CONDIZIONE DISABILITANTE NELL’ANZIANO
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Sappiamo che inevitabilmente siamo legati ad un processo graduale di decadimento in cui la nostra composizione corporea si modifica rendendoci più fragili ed esposti a malattie, l’invecchiamento è un processo fisiologico che tuttavia è possibile accelerare ma anche modificare o rallentare e questo è uno dei compiti della medicina anti aging.

Nell’ambito dei miei studi anti aging, mi sono spesso imbattuto in termini come sarcopenia, dynapenia, osteopenia, eventi questi tutti direttamente correlati al processo di invecchiamento e tutti in qualche maniera collegati nella loro origine ed evoluzione.

In particolare ho voluto approfondire il termine “Sarcopenia” soprattutto perché è uno dei fenomeni più evidenti e che più condiziona la mobilità e l’indipendenza delle persone anziane.

Il termine sarcopenia deriva dalle parole greche sarx (carne) e penia (perdita), è un termine coniato per la prima volta da Irwin Rosenberg nel 1989, anche se già nel 1700 si parla di questo fenomeno come riferito al processo di perdita della massa e della forza muscolare.

Fino a qualche tempo fa con “sarcopenia” si intendeva la perdita di massa e forza muscolare, oggi ti tende a distinguere i due processi, consolidando il termine sarcopenia alla sola perdita della massa, mentre per definire la perdita della forza muscolare viene utilizzato il termine “dynapenia”.

La definizione “sarcopenia” oggi, si riferisce clinicamente alla perdita di massa muscolare e rappresenta il prodotto di una condizione metabolica in cui il catabolismo muscolare viene attivato per mantenere la sopravvivenza dell’individuo, catabolismo che non viene controbilanciato da una sufficiente sintesi proteica capace di mantenere l’integrità della massa muscolare.

Baumgartner, insieme a Rosenberg, è stato uno dei più grandi studiosi della sarcopenia; questi afferma che tale fenomeno fisiologico , coinvolge cambiamenti cellulari che comportano l’indebolimento dei fattori che promuovono l’anabolismo muscolare e aumentano l’espressione dei fattori infiammatori e di altri agenti che contribuiscono al catabolismo muscolare scheletrico.

A livello cellulare, questi processi molecolari si manifestano in una perdita di fibre muscolari a sezione trasversale, perdita di innervazione e cambiamenti adattativi nelle proporzioni tra le unità motorie lente e quelle veloci del tessuto muscolare.

In definitiva, queste alterazioni si traducono in modifiche collettive di massa, forza e funzione muscolare, fino ad arrivare ad una riduzione delle prestazioni fisiche, alla disabilità, all’aumento del rischio di lesioni correlate alla caduta e spesso conseguenti ad uno stato di fragilità cronica.

In effetti sappiamo come gli anziani siano spesso ad alto rischio di cadute dovute ad una condizione di fragilità cronica, ad esempio uno dei fenomeni che si manifestano nell’anziano e che purtroppo accelerano notevolmente il processo di invecchiamento è la rottura dell’osso femorale la cui eziopatologia è correlata alla densità ossea ma alla cui evoluzione contribuisce anche la sarcopenia.

Vi è un interessante studio in cui si riassumono i vari stadi della  sarcopenia in un grafico rappresentato da un cerchio in cui le varie fasi si susseguono e si ripetono in un processo degenerativo innescato dalla sarcopenia :

POLITO

Fig.1 Flusso evolutivo della Sarcopenia

Ma quando e perché si innesca il processo di sarcopenia? 

Sappiamo che la sarcopenia inizia a comparire intorno alla quarta decade di vita, portando ad una perdita di massa muscolare del 3-5% entro i 50 anni e successivamente dell’1-2% ogni anno. Un andamento che, in circa il 40% dei soggetti, porta a dimezzare il patrimonio muscolare entro i 75 anni di età, con una prevalenza leggermente maggiore negli uomini rispetto alle donne. Tutto questo, alla luce delle migliorate aspettative di vita realizzate grazie all’enorme progresso della medicina di intervento e della farmacologia, porta spesso gli anziani a vivere più a lungo rispetto al passato ma in condizioni di frequente disabilità.

L’eziologia della sarcopenia non è chiaramente compresa ma diversi meccanismi sono stati proposti.

In uno studio di T. Lang del 2009, che tratta gli aspetti eziologici ed i meccanismi di insorgenza della sarcopenia, si osservano a livello cellulare alterazioni come la riduzione del numero di cellule muscolari, la riduzione di volume del reticolo sarcoplasmatico e della quantità di calcio.

Questo studio dimostra come la membrana plasmatica del muscolo diventa meno eccitabile e vi è un aumento significativo di accumulo di grasso all’interno e intorno alle cellule muscolari, mentre il numero di motoneuroni e la capacità rigenerativa del tessuto nervoso diminuiscono.

T.B Harris nello stesso studio individua come nel DNA mitocondriale si manifestino mutazioni per delezione come conseguenza di un danno ossidativo, una ridotta sintesi di proteine mitocondriali probabilmente legata ad una riduzione degli enzimi coinvolti nei processi di glicolisi, una riduzione della disponibilità di creatina fosfato e delle riserve di ATP all’interno delle cellule muscolari.

Da molto tempo sappiamo come una varietà di cambiamenti ormonali si manifestano durante il processo di invecchiamento e questi cambiamenti possono contribuire alla perdita di muscolo.

Riconosciamo ad esempio come nell’uomo i livelli di testosterone risultino già in una fase calante in un individuo maschile che abbia raggiunto i trent’anni di età, addirittura i livelli di testosterone, in circa il 60 % degli uomini sopra i 65 anni, scendono al di sotto dei valori normali.

Dal momento che il testosterone aumenta la sintesi proteica muscolare, la massa muscolare e la forza, è stato proposto che la diminuzione dei livelli plasmatici di testosterone contribuiscono alla perdita di massa muscolare.

Anche l’ormone della crescita GH e l’ormone IGF-1 presentano un graduale declino nel corso del normale invecchiamento.

Le concentrazioni di deidroepiandrosterone (DHEA) nel sangue diminuiscono gradualmente con il normale invecchiamento, i livelli possono scendere fino a cinque volte i valori riscontrabili in età giovanile.

La capacità del tessuto muscolare di rispondere all’insulina è un altro aspetto importante coinvolto nel fenomeno della sarcopenia, infatti l’incidenza di insulino-resistenza e diabete di tipo 2 aumenta con l’invecchiamento e la sarcopenia può svolgere un ruolo importante.

POLITO 2

Fig.2 Schema dell’evoluzione dei cambiamenti muscolo-ormonali

La sarcopenia può manifestarsi sia come fenomeno a sé, contribuendo all’aggravamento di

eventuali altre concomitanti malattie, ma anche come conseguenza di patologie croniche ad esempio l’obesità è una condizione che contribuisce notevolmente nell’induzione della disabilità presumibilmente attraverso un’accelerazione dell’insorgenza della sarcopenia.

La sarcopenia non è un processo fisiologico relegato solo agli anziani o comunque conseguente solo all’età che avanza, ad esempio si possono osservare processi di decadimento muscolare anche in giovani o meno giovani in fase di convalescenza dovuta a seguito di un intervento chirurgico o di una malattia che costringe il paziente a non poter svolgere qualsiasi attività fisica.

L’invecchiamento è inoltre associato ad una progressiva riduzione dell’assunzione di cibo che predispone a malnutrizione proteica, infatti spesso si osserva nelle persone anziane una volontaria ridotta assunzione alimentare soprattutto a sfavore delle fonti proteiche. ​​

Così, interventi nutrizionali possono rappresentare, almeno potenzialmente, strumenti per la prevenzione e il trattamento della sarcopenia dell’anziano.

Numerosi studi suggeriscono che gli aminoacidi essenziali sono i principali responsabili per la stimolazione della sintesi proteica, in particolare la leucina, per questo motivo, l’integrazione a lungo termine con amminoacidi essenziali può essere un utile strumento per la prevenzione e il trattamento della sarcopenia

Diversi studi hanno dimostrato che l’esercizio di resistenza tra gli anziani può tradursi in sostanziali miglioramenti nella forza muscolare e nello stato funzionale globale. Per i soggetti che non possono tollerare o non sono disposti a svolgere esercizio fisico,
interventi farmacologici, come Testosterone, GH o IGF – 1 possono mostrarsi potenziali strumenti contro la sarcopenia. L’inibizione della miostatina e modulatori selettivi dei recettori degli androgeni, anche se ancora in fase sperimentale possono rappresentare dei promettenti strumenti di regressione della sarcopenia.

Il motivo di Rosenberg per la creazione di un termine medico per la perdita di massa muscolare legata all’età era quello di portare maggiore consapevolezza e attenzione a questo problema, che è stato molto sottovalutato e poco studiato.

Oggi grazie anche alla evoluzione della medicina Anti aging il problema viene affrontato sotto un diverso profilo non genericamente geriatrico ma si cerca di attuare delle strategie di prevenzione che possano tardare l’evoluzione di tale processo, prevenire stati di irreversibile modificazione strutturale che inevitabilmente portano l’anziano ad affrontare molti anni in stato disabilitante e non indipendente.

Creare condizioni tali per cui l’anziano possa vivere in uno stato di benessere la maggior parte degli ultimi anni della sua vita e quindi ridurre quel tempo che intercorre tra l’espressione di una malattia e l’ inevitabile fine del proprio percorso di vita potrebbe passare attraverso lo studio di tale evento coniato da Rosenberg nel lontano 1989.

Antonio Polito

L’Accademia del Fitness-Wellness-Antiaging – N. 14 – Luglio 2014