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ATTIVITÀ FISICA COME ANTIAGING PER IL CERVELLO

ATTIVITÀ FISICA COME ANTIAGING PER IL CERVELLO
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L’attività fisica, è ormai assodato, è importante nella prevenzione dell’invecchiamento patologico e della demenza, incluso il Morbo di Alzheimer (AD).

Sempre più evidenze indicano che gli anziani che si impegnano maggiormente nel praticare una adeguata quantità di attività fisica hanno una maggiore integrità cerebrale, compreso un aumentato volume della materia grigia (GM), miglior metabolismo cerebrale del glucosio e, in generale, una maggior integrità microstrutturale della materia bianca.

Tuttavia, la relazione tra attività fisica e struttura cerebrale e la sua funzionalità non è ancora del tutto compresa.

Da studi su modello animale, si evince che l’attività fisica promuove la neurogenesi, la sopravvivenza cellulare, l’espressione di fattori neurotrofici e la plasticità sinaptica, mentre studi sull’uomo propongono anche effetti indiretti dell’attività fisica, per esempio attraverso una riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare.

In effetti, l’attività fisica ha dimostrato di essere un efficace nonché efficiente “farmaco” per ridurre i fattori di rischio cardiovascolare, i quali sono noti per incrementare il rischio di incorrere in demenza e influenzare negativamente la struttura e la funzionalitàATTIVITÀ FISICA COME ANTIAGING PER IL CERVELLO del cervello.

E tutto questo a costi irrisori ed effetti collaterali praticamente nulli.

Un recentissimo studio appena pubblicato (aprile 2022) su Neurology ha voluto valutare se effettivamente i fattori di rischio cardiovascolare mediano l’associazione tra attività fisica ed i marcatori di integrità cerebrale negli anziani (età ≥65 anni).

A tal scopo, 134 anziani cognitivamente non compromessi, sono stati reclutati per lo studio “Age-Well” e sono stati sottoposti, al basale, a un questionario sull’attività fisica, alla raccolta dei fattori di rischio cardiovascolare (pressione arteriosa sistolica, indice di massa corporea [BMI], stato attuale di fumatore, colesterolo HDL, colesterolo totale, insulina) e neuroimaging multimodale.

Dopo aver condotto regressioni multiple per valutare l’associazione tra attività fisica, fattori di rischio cardiovascolare e neuroimaging, sono state eseguite analisi per verificare se i fattori di rischio cardiovascolare mediassero le associazioni tra attività fisica e neuroimaging.

Come risultati, si è evidenziato come una maggiore attività fisica sia associata a un maggiore volume di materia grigia (compreso il volume dell’ippocampo), al metabolismo cerebrale del glucosio, a insulina e BMI più bassi.

Le analisi di mediazione statistica hanno confermato che l’insulina e il BMI hanno mediato l’associazione tra attività fisica e volume della materia grigia e quando queste analisi sono state replicate all’interno delle regioni sensibili alla malattia di Alzheimer i risultati sono rimasti complessivamente simili.

Avviandoci alla conclusione, dal presente studio e da quelli già esistenti in letteratura, è possibile affermare che gli anziani che praticano attività fisica su base regolare, sia di endurance, che utilizzando i pesi, sono statisticamente portati a mangiare in modo più sano e prendersi maggiormente cura della propria salute in generale e questo li porta ad avere innegabili benefici cardiovascolari, attraverso il mantenimento di insulina e BMI più bassi, i quali a loro volta potrebbero favorire una maggiore integrità strutturale del cervello.

Questo studio ha forti implicazioni sulla comprensione di come l’attività fisica influisce sulla salute del cervello e questo può sicuramente aiutare a sviluppare strategie per prevenire o ritardare il declino cerebrale, ma non solo: praticare regolarmente attività fisica per mantenere una tonica struttura muscolare, rappresenta un fattore protettivo per le malattie cardiovascolari e il diabete, sia in termini di mortalità che di morbilità.

Se sei un operatore della salute e vuoi approfondire l’attualissima tematica del controllo degli zuccheri nel sangue, ti suggerisco di prendere in considerazione il libro: “Guida al controllo glicemico. Il trattamento non farmacologico dell’insulino-resistenza nella prevenzione del diabete” Ed. Edra.

 

Fonte: Felisatti F, et al. Role of Cardiovacular Risk Factors on the Association Between Physical Activity and Brain Integrity Markers in Older Adults. Neurology. First published April 13, 2022