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ESERCIZIO FISICO, SENSIBILITÀ INSULINICA E COVID-19

ESERCIZIO FISICO, SENSIBILITÀ INSULINICA E COVID-19
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Abbiamo visto come l’esito infausto dell’infezione Covid-19 e legata in buona parte a concomitanti patologie quali: ipertensione, diabete di tipo II, obesità, malattie cardiovascolari; ebbene tutte queste patologie hanno una base comune che è la resistenza insulinica che quindi deve essere preservata o, nel caso sia già compromessa, migliorata.
Innanzitutto per lavorare sulla sensibilità insulinica bisogna implementare l’esercizio fisico. Meglio ripeterlo, l’inattività è la piaga sociale che più di tutte può essere considerata la vera pandemia dei giorni nostri. L’essere umano è fatto per utilizzare i suoi muscoli, cosa che nell’evoluzione gli ha permesso di cacciare, migrare e sopravvivere adattandosi alle più svariate condizioni di vita e latitudini. La medicina spaziale ci ha insegnato che quando questo non accade (come nell’assenza di gravità) i soggetti iniziano a diventare insulino-resistenti. Quando in medicina spaziale si vuole riprodurre in laboratorio una condizione di assenza di gravità si allestiscono i così detti Bed Rest Studies in cui soggetti vengono forzatamente allettati per molte settimane per valutare le modifiche organiche indotte dall’inattività. Il nostro organismo si è evoluto in condizioni di carestia e scarsità di cibo e quindi appena può tende a risparmiare. Tutto ciò che non viene utilizzato viene “riassorbito” per fare economia. Se non utilizziamo i nostri muscoli non abbiamo bisogno che lo zucchero venga spinto all’interno di essi con complicati meccanismi recettoriali e quindi permarrà nel torrente circolatorio incrementando la secrezione di insulina e successivamente l’insulino-resistenza. L’esercizio fisico invece produce lavoro e, nella giusta intensità, brucia zuccheri e grassi favorendo un’aumentata sensibilità recettoriale all’insulina. I muscoli diventano più recettivi allo stimolo insulinico che gli apporta glucosio. In queste condizioni servirà meno di quest’ormone per favorire l’ingresso dello zucchero nei muscoli e vi sarà un miglioramento di tutto il set point insulino-glicemico. Capiamo ora come a giusta ragione l’esercizio fisico venga considerato un potente farmaco a basso costo. Purtroppo è tuttavia ancora infinitamente sottovalutato e ipoprescritto dalla classe medica. Considerando il dilagante dismetabolismo e le implicazioni con la patologia cardiovascolare si può facilmente comprendere come l’esercizio dovrebbe essere suggerito in modo fermo come prima linea di terapia da ogni medico che notasse le prime stigmate di insulino-resistenza.

Tratto dal libro “Guida alla Medicina Funzionale-La medicina del domani” di Massimo Spattini e Enrico Bevacqua-  EDRA Edizioni