Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo.
Questa frase di Ippocrate ci fa capire come la salute sia, prima di tutto, nelle nostre mani con le scelte che ogni giorno compiamo quando ci sediamo a tavola.
Sempre più studi stanno confermando che gli alimenti ricchi di flavonoidi, tra cui bacche, mele, pere, vino rosso, spezie, sembrano avere un effetto estremamente positivo su tutto il corpo (mente compresa).
La verità è sotto gli occhi di tutti e la possiamo semplicemente enunciare come: siamo quello che mangiamo o, per meglio dire, siamo ciò che assimiliamo.
Oggi, nello specifico, analizziamo l’interazione del cibo sui livelli di pressione sanguigna che è modulata dalle caratteristiche del microbioma intestinale, secondo uno studio pubblicato ad agosto 2021 su una rivista dell’American Heart Association: Hypertension.
Effettivamente, il microbioma intestinale gioca un ruolo primario nella metabolizzazione dei flavonoidi affinché possano esplicare il loro effetto cardioprotettivo e questo studio fornisce prove che suggeriscono che questo effetto di abbassamento della pressione sanguigna è ottenibile mediante un corretto regime alimentare.
I flavonoidi sono composti naturali ampiamente diffusi nel mondo vegetale e si trovano all’interno di frutta e verdura, cioccolato ad alta titolazione, radici, foglie, rizomi e bevande come tè e vino rosso.
Fra le più interessanti attività biologiche di queste molecole sull’organismo umano, troviamo un’attività antinfiammatoria e antiossidante, epatoprotettiva, di rinforzo del microcircolo, un’azione estrogeno-simile, antiallergica e antimicrobica.
Come tutte le altre molecole contenute nel cibo, anche i flavonoidi sono scomposti dal nostro microbioma intestinale, ossia quella popolazione di microrganismi come batteri, funghi, protozoi e virus che colonizza un ambiente in un determinato tempo.
Questo è importante perché significa che con l’alimentazione si può variare il mix di questi microorganismi e, di conseguenza, la capacità di assimilare certe sostanze.
Sappiamo già da precedenti ricerche che esiste un legame tra il microbiota intestinale e le malattie cardiovascolari, che sono attualmente la primaria causa di morte al mondo, e sappiamo anche che è molto più pericoloso soffrire di pressione alta piuttosto che avere un valore di colesterolo non compreso nel range di laboratorio.
Analizziamo allora brevemente questo studio: sono stati reclutati un gruppo di 904 adulti di età compresa tra i 25 e gli 82 anni ed è stata valutata la loro assunzione di alimenti particolarmente ricchi di flavonoidi (questionario di autovalutazione), il loro microbioma intestinale (campioni di DNA fecale), i livelli di pressione sanguigna, oltre a molteplici parametri sullo stile di vita praticato, sesso, BMI, altezza ed una serie di esami eseguiti ad intervalli regolari.
Ebbene, coloro che consumavano maggiormente cibi ricchi di flavonoidi presentavano una maggior diversità microbica intestinale e, parallelamente, una minor pressione sanguigna se paragonati ai soggetti con un minor introito di flavonoidi.
Nello specifico, maggiori assunzioni di mele, pere, bacche e un moderato consumo di vino rosso (3 bicchieri/week) era associato ad una riduzione di 4,1 mm di mercurio e circa il 12-15% dell’associazione “alto introito di flavonoidi/pressione sanguigna” potrebbe essere attribuita alla diversità del microbioma intestinale.
Concludendo…che dire, ora cominciamo ad avere una interessante banca dati da studi scientifici che avvalorano quanto già intuito dai nostri avi attraverso la semplice osservazione dei fatti e il ragionamento analogico.