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NUTRIZIONE E FUNZIONI COGNITIVE

NUTRIZIONE E FUNZIONI COGNITIVE
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Alcuni recenti studi dimostrano che ‘Il peso in eccesso può accelerare l’invecchiamento del cervello’. In medicina funzionale, il morbo di Alzheimer è spesso definito come il diabete di tipo 3, perché gli studi dimostrano che l’intolleranza al glucosio porta ad un aumento del rischio di sviluppare questo morbo e la demenza vascolare, ovvero una forma di deficit cognitivo determinata dall’alterazione della circolazione sanguigna cerebrale. Un aumento della glicemia può, di fatto, influenzare negativamente la memoria e le funzioni cerebrali, anche in pazienti non diabetici. Uno studio trasversale del 2013 a cui hanno partecipato 141 soggetti non diabetici ha scoperto che l’innalzamento dei livelli di emoglobina glicata a lungo termine e di glicemia a breve termine sono stati associati ad una minor performance cognitiva in tutti e tre gli esercizi di memoria sottoposti ai partecipanti, quali ad esempio la capacità di apprendimento e di consolidamento. Analizzando l’ippocampo, i ricercatori hanno scoperto che i livelli più bassi di glicemia a digiuno sono stati associati ad un volume dell’Ippocampo maggiore e a una migliore densità della barriera dell’ippocampo ed hanno osservato questi cambiamenti anche in assenza di diabete di tipo 2, sottolineando che il declino cognitivo può iniziare prima del previsto e che il controllo della glicemia deve essere raggiunto prima di avere l’emoglobina glicata sopra il 5,5 per cento. L’aggiunta eccessiva di zucchero, i cereali raffinati e gli alimenti trasformati sono i principali responsabili dei livelli di zucchero nel sangue, del diabete di tipo 2 e del declino cognitivo, ma molte persone non sono a conoscenza del legame tra glicemia e funzioni cognitive. I pazienti devono essere istruiti sull’impatto che la dieta e l’esercizio fisico possono avere sulla riduzione del loro rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e la demenza prima che di ricevere la diagnosi definitiva. Uno studio di qualche anno fa ha scoperto che essere in sovrappeso o obesi può portare ad un aumento rispettivamente del 35% e del 74% del rischio di demenza. Il rischio di demenza era indipendente da altre condizioni di comorbilità. Ulteriori prove suggeriscono che il peso in eccesso può accelerare l’invecchiamento del cervello. Un studio di quest’anno ha rivelato che esiste un’associazione tra obesità e cambiamenti delle strutture cerebrali legati all’età. I ricercatori hanno confrontato il volume della materia bianca tra cervelli di individui magri e in sovrappeso/obesi e hanno trovato un aumento dell’età cerebrale di 10 anni associato ad un aumento dell’adiposità. È interessante notare che differenze sostanziali nella materia bianca sono state osservate nel cervello di persone di 40 anni e più, indicando che il cervello può essere particolarmente vulnerabile alla maggiore adiposità durante la mezza età. Al fine di aiutare i pazienti a gestire meglio la loro glicemia e perdere il peso in eccesso, è importante discutere il ruolo potente delle modificazioni dello stile di vita. In medicina funzionale, si lavora con i pazienti per aiutarli a migliorare la loro dieta e ad assumere più cibi e sostanze anti-infiammatorie per ridurre il rischio di declino cognitivo, migliorare i marcatori del metabolismo del glucosio e promuovere la perdita di peso. I pazienti devono essere informati della potente connessione che esiste tra scelte di vita e rischio di demenza.