Home ABSTRACT COVID-19: CURCUMINA EFFICACE NEI PAZIENTI OSPEDALIZZATI
0

COVID-19: CURCUMINA EFFICACE NEI PAZIENTI OSPEDALIZZATI

COVID-19: CURCUMINA EFFICACE NEI PAZIENTI OSPEDALIZZATI
0

Nonostante la massiccia campagna di vaccinazione in corso, c’è ancora urgente necessità di trattamenti sicuri ed efficaci per aiutare a frenare gli effetti debilitanti della malattia COVID-19.

Una recentissima revisione sistematica, pubblicata su Nutrients, ha mirato a studiare l’efficacia del trattamento supplementare (ossia associato alle terapie convenzionali) con curcumina sugli esiti clinici e sui profili dei biomarcatori correlati all’infiammazione nei pazienti COVID-19.

I ricercatori hanno cercato nei database PubMed, Scopus, Web of Science, EMBASE, ProQuest e Ovid tutti gli studi che valutassero gli effetti dei composti correlati alla curcumina nei pazienti COVID-19 da lievi a gravi.

Sono stati identificati sei studi, rispondenti ai criteri di inclusione, che hanno dimostrato che l’integrazione di curcumina ha portato a una significativa diminuzione dei sintomi comuni, della durata del ricovero in ospedale e dei decessi.

Inoltre, tutti questi studi hanno dimostrato che l’intervento ha portato ad una diminuzione  degli effetti della tempesta citochinica ritenuta una causa scatenante nei casi gravi di COVID-19.

Si è notata una significativa diminuzione delle citochine pro-infiammatorie come IL1β e IL6, con un concomitante aumento significativo delle citochine antinfiammatorie, tra cui IL-10, IL-35 e TGF-α.

Presi insieme, questi risultati hanno suggerito che la curcumina esercita i suoi effetti benefici attraverso almeno un parziale ripristino dell’equilibrio pro-infiammatorio/antinfiammatorio.

Nello specifico, negli studi selezionati si è notata una significativa riduzione dei seguenti sintomi: tosse, brividi, mialgia, disturbi del gusto e dell’olfatto (anosmia), febbre, tachipnea o dispnea (aumento della frequenza degli atti respiratori, affanno) rispetto ai gruppi di controllo.

Per di più, la saturazione di ossigeno era significativamente più alta dopo una settimana e alla dimissione nel gruppo curcumina, sempre rispetto ai controlli.

Per quanto concerne la mortalità, questa è stata registrata solamente in quattro studi su sei, per un totale di 214 partecipanti: in tutti si è evidenziata una significativa riduzione nei gruppi supplementati con curcumina rispetto ai controlli.

Come spesso riporto, anche qui è doveroso notare il limite di questa revisione che si evidenzia nello scarso numero di studi esaminati (solamente sei) e nella differente formulazione e dosaggio di curcumina somministrata: da una capsula da 40 mg, quattro volte al giorno, per due settimane a una capsula da 80 mg, due volte al giorno, per tre settimane, fino ad una combinazione di compresse di curcumina e piperina (rispettivamente 525 mg e 2,5 mg) assunta per due volte al giorno.

Sebbene nella sua forma nativa la curcumina presenti scarsa biodisponibilità, con concentrazioni basse o non rilevabili nel sangue e nei tessuti extra-intestinali a causa di scarso assorbimento, instabilità chimica, rapido metabolismo e rapida eliminazione sistemica, analoghi della curcumina e formulazioni come adiuvanti, nanoparticelle, liposomi, micelle e complessi fosfolipidici sono stati utilizzati (e disponibili sul mercato) per migliorarne la biodisponibilità.

Considerando che studi con aumento della dose hanno dimostrato la sicurezza della somministrazione di curcumina per un massimo di tre mesi, gli Autori suggeriscono che il trattamento con questo composto naturale, come integratore, dovrebbe essere valutato sia durante che dopo il ricovero in ospedale e nelle fasi post-vaccinazione per ridurre il rischio di eventi tromboembolici.

Concludendo, una mirata integrazione di curcumina può offrire un’opzione efficace e sicura per migliorare gli esiti nei soggetti colpiti da COVID-19.

 

Fonte: Amir Vahedian-Azimi, et al. Effectiveness of Curcumin on Outcomes of Hospitalized COVID-19 Patients: A Systematic Review of Clinical Trials. Nutrients 2022, 14(2), 256